Gli eventi estremi causati dal cambiamento climatico saranno sempre più frequenti e intensi. Il dossier Interconnected Disaster Risks pubblicato dall’UNU-EHS (United Nations University) spiega come possiamo evitare che i disastri climatici diventino delle catastrofi umanitarie con elevato numero di vittime.
I disastri climatici hanno delle cause comuni. Ed è su queste che si può agire adottando diverse strategie. Il dossier riporta dieci eventi estremi che sono accaduti negli ultimi due anni. Vengono illustrati possibili interventi che avrebbero potuto limitare i danni. Questi sono stati sia l’elevato numero di vittime, pari a 10mila, sia le perdite economiche pari a 280 miliardi di dollari. I dieci eventi estremi del biennio 2021/2022 sono stati:
Gli eventi estremi che accadono sono solo la conseguenza di scelte e priorità politiche, economiche e sociali. Questi fattori infatti interagiscono con l’ambiente e lo condizionano. Quindi, i pericoli diventano disastri solo se le persone e le località sono particolarmente esposte e vulnerabili ai danni che le colpiscono. Da questo nasce l’importanza della prevenzione. Vanno migliorati i sistemi di allerta e occorre organizzare piani di gestione delle emergenze più probabili. Grande importanza, secondo il report, è costituita dalla resilienza delle infrastrutture e dei loro profili di consumo. Il potenziamento dei sistemi di allerta infatti avrebbe potuto ridurre le vittime delle ondate di calore o dello tsunami causato dall’eruzione di Tonga. Anche una gestione sostenibile dei consumi locali ha un impatto sulla mitigazione di eventi estremi come le inondazioni e preserva le risorse alimentari e idriche.
Una prima causa scatenante dei disastri climatici è il noto riscaldamento globale provocato dal rilascio di emissioni a effetto serra. Altri fattori sono riconducibili a scelte politiche, come la mancanza di consapevolezza del rischio o di una cooperazione internazionale. Bisogna poi considerare tutti quei casi in cui il profitto acquista priorità rispetto ad altre preoccupazioni sociali, aumentando il rischio di vulnerabilità agli eventi estremi. Il report cita poi la crescente domanda di energia e risorse, sia alimentari che materiali. E infine, tra le cause dei disastri ci sono l’ineguaglianza delle opportunità economiche e gli effetti dello sfruttamento da parte di potenze straniere.
Le soluzioni che sfruttano i processi naturali sono efficaciper ridurre i rischi dei disastri climatici. Il ripristino degli ecosistemi forestali stabilizza il suolo e consente di evitare il degrado del territorio in presenza di siccità o terremoti. Anche l’uragano Ida sarebbe stato meno dannoso in presenza di una pianificazione urbana finalizzata alla riduzione del rischio di inondazioni. Altri elementi chiave per la mitigazione dei rischi sono l’innovazione tecnologica e la collaborazione tra istituzioni e tra stakeholder.I nostri modelli di consumo devono poi modificarsi orientandosi verso scelte di sostenibilità, e al tempo stesso deve migliorare la capacità di prevedere e monitorare i rischi.
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