Non è l’ozono, ma l’anidride carbonica la principale responsabile della riduzione della stratosfera. Lo annuncia uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters. Negli ultimi dieci anni l’aumento delle emissioni di gas serra ha assottigliato uno degli strati che ci sovrasta. E che svolge un ruolo determinante per la nostra vita e le nostre attività.
La stratosfera è il secondo strato dell’atmosfera terrestre, dopo la troposfera, che invece è contatto con la superficie del pianeta. La stratosfera si estende dai 12 ai 50 km circa di quota. Si caratterizza per la presenza di “strati” termici, ovvero per l’aumento di temperatura dal basso verso l’alto. Il motivo di questo fenomeno è la dissociazione delle molecole di ozono, una reazione che rilascia calore nell’atmosfera circostante. Proprio il famoso “buco nell’ ozono”, causato dalle attività umane, è stato ritenuto fino ad ora l’unico responsabile dell’assottigliamento della stratosfera. L’ozono subisce infatti un ciclo naturale di formazione e distruzione, ma quest’ultima viene accelerata da composti rilasciati da attività umane. Da qui derivano i provvedimenti internazionali adottati per minimizzare il fenomeno. Una minore concentrazione di ozono implica maggiore penetrazione di raggi UV-B e UV-C sulla superficie terrestre. Questo produce danni per la vita umana e non solo.
Oggi però sappiamo che l’ozono non è l’unico “colpevole” dei danni alla stratosfera. Va ricordato che riduzione dell’ozono, effetto serra e cambiamenti climatici sono strettamente legati. Questo studio ne dà un’ulteriore conferma. I ricercatori hanno esaminato i dati satellitari dal 1980 ad oggi. I risultati sono stati combinati con diversi modelli climatici, tenendo conto anche delle interazioni chimiche che avvengono in atmosfera. Ciò che emerge dallo studio è che tutte le emissioni fanno ridurre la stratosfera. Era già noto che la troposfera sta aumentando di quota per le continue emissioni nocive, in primis quelle di anidride carbonica. Quindi si ipotizzava un contemporaneo assottigliamento dello strato sovrastante, la stratosfera. Nel periodo oggetto di studio lo spessore della stratosfera si è ridotto di 400 metri. Ѐ previsto che entro il 2080 la riduzione sarà di 1,3 km.
Quando parliamo di emissioni ci riferiamo ad un gruppo di gas responsabili di alterazioni climatiche e danni all’ambiente. Il componente più discusso è sicuramente la CO2 , ma rientrano nel gruppo anche altri gas, come metano e ossidi di azoto. I gas serra si producono nella troposfera, dove si svolgono le attività umane. Espandendosi, essi tendono a schiacciare verso l’alto il limite superiore dello strato. Inoltre, l’emissione di CO2 è responsabile di un riscaldamento della troposfera e di un raffreddamento della stratosfera, per cui essa si restringe. Di conseguenza, si riduce anche la quantità di calore che giunge sulla terra. Il motivo di questo comportamento della CO2 risiede nello spettro di emissione e di assorbimento nei confronti della radiazione solare. La contrazione della stratosfera è direttamente correlata all’aumento delle emissioni di gas serra. Sembra essere questo il contributo più significativo, diversamente da quanto si è pensato sull’ozono.
Abbiamo l’ennesimo segno dell’emergenza climatica. Ciò che l’uomo sta causando in superficie si riflette anche in quota. E presto arriveranno le conseguenze. Le modifiche nello spessore della stratosfera possono infatti interferire sulle traiettorie dei satelliti e sulla propagazione delle onde radio. Anche l’efficacia dei sistemi GPS e altri sistemi di navigazione è compromessa. Il rischio di turbolenza nei voli aerei potrebbe addirittura triplicare. Gli strati più alti dell’atmosfera sono spesso meno considerati rispetto alla troposfera. Ma questa nuova scoperta è determinante per approfondirne gli studi. Gli scienziati infatti si sono resi conto che le conseguenze dei danni umani all’ambiente possono anche essere imprevedibili. Ecco l’urgenza di prendere provvedimenti drastici per tagliare le emissioni.
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