Energy mix

Gli effetti sulle emissioni di CO2 del parco auto elettrico in Italia

Articolo a cura di Enrico GALVAGNA

Considerando i dati consultabili sul sito dell’ACI (automobile club d’Italia), che censisce annualmente il numero di automobili su strada, si stima che un progressivo cambio di alimentazione a favore di una mobilità elettrica possa apportare importanti benefici ambientali e climatici abbattendo le emissioni di inquinanti gassosi e particellari. L’analisi è riferita ai soli autoveicoli, che costituiscono l’78% dell’intero parco veicolare italiano.

La principale normativa del parco auto europeo

A partire dal 1991 l’UE ha emanato una serie di direttive finalizzate a ridurre l’inquinamento ambientale prodotto dai veicoli. Sono le cosiddette Euro 1-2-3-4-5-6. Si associa la sigla Euro 0 ai veicoli più inquinanti, immatricolati prima del dicembre 1992.

  • Euro0: Si tratta per lo più di mezzi immatricolati prima del 1/1/1993, data dopo la quale è diventata obbligatoria l’omologazione alla classe Euro 1, senza catalizzatore.
  • Euro1: La normativa ha obbligato a montare sui nuovi veicoli la marmitta catalitica e ad usare l’alimentazione ad iniezione nei motori a benzina.
  • Euro2: (dal 1997) e ha imposto modifiche per la riduzione delle emissioni inquinanti, differenziate per i motori benzina e diesel.
  • Euro3: (dal 2001) e ha vincolato l’adozione di un sistema chiamato EOBD, per tenere sotto controllo il sistema antinquinamento.
  • Euro4: (dal 2006) adotta limiti ancora più severi.
  • Euro5: (da Ottobre 2008) costringe l’adozione generalizzata del filtro antiparticolato sulle auto diesel e riduce il livello di emissioni delle auto a benzina.
  • Euro6: (da Settembre 2014) e presenta diverse sottocategorie (A, B, C, D) in base alle restrizioni sempre più stringenti che si sono succedute di biennio in biennio fino ad oggi. Fanno parte della categoria anche le elettriche e le ibride meno datate.
Enrico Galvagna

Sostituire il parco auto può contenere le emissioni di CO2?

I fattori principali su cui sono concentrati i regolamenti antinquinamento della serie Euro sono l’ossido di carbonio (CO), gli ossidi di azoto (NOx), gli idrocarburi incombusti (HC) e il particolato (PM). Ad essi si aggiunge l’anidride carbonica (CO₂), che è principalmente un gas serra (gas climalterante).

Appare evidente che il primo passo da compiere per un futuro più green sia quello di eliminare immediatamente dalla circolazione stradale i veicoli che rientrano nelle categorie Euro 0-1-2-3, poiché estremamente più inquinanti rispetto ai modelli che rientrano dalle Euro 4 in poi. Si potrebbe dunque ipotizzare di “rottamare” circa 3 milioni di veicoli all’anno per i prossimi 5 anni senza aumentare il numero di veicoli, in modo che anche sotto l’aspetto economico questo impatto sia graduale.

D’altra parte, la sostituzione della propria automobile da parte di un cittadino è tanto lecita quanto verosimile. Questo trova conferma nei dati di immatricolazione degli ultimi anni. Infatti, essi sono in costante crescita: si deve perciò contemplare l’idea che la diminuzione del parco auto sia pressoché’ utopistica.

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I benefici in numeri

È interessante sottolineare che la possibilità di togliere dalle strade una sola auto Euro 0 equivale ad azzerare le emissioni di 19 vetture Euro 6, certamente più ecologiche rispetto alle colleghe del recente passato. Tuttavia, una circolazione stradale esclusiva di questi modelli non basterebbe in alcun modo a contrastare le emissioni di inquinanti particellari, altamente nocive per l’uomo.

Inoltre, secondo i dati dell’Agenzia europea per l’Ambiente, la media ponderata delle emissioni di CO2 delle autovetture immatricolate in Italia è costantemente diminuita negli anni considerati. Tanto che già nel 2011 era stato raggiunto l’obiettivo fissato dall’UE per il 2015 di 130 g CO2/km e nel 2018 questo dato si è ulteriormente ridotto fino a 115,4 g CO2/km. Mentre la percorrenza media annua è stata di circa 11.200 km per ogni automobile.

Considerato il mix energetico italiano di riferimento del paragrafo precedente, si stima che le emissioni di anidride carbonica crollerebbero in maniera drastica. Da circa 1.300 kg/veicolo annuali per arrivare sino a 710 kg/veicolo, con un abbattimento complessivo totale sul suolo italiano di circa 2×107 tonnellate di CO2. Partendo dalle attuali 4,5×107 tonnellate, fino ad arrivare verosimilmente alle 2,5×107.

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Un ipotetico scenario del parco auto

Se si sostituisse immediatamente la totalità delle unità del parco automobilistico attuale con veicoli puramente elettrici, si otterrebbe un altro importante abbattimento istantaneo delle emissioni. Ossia quello rappresentato dagli inquinanti particellari come il monossido di carbonio, gli ossidi di azoto, gli idrocarburi incomposti e le varie forme di particolato. Poiché le auto elettriche non presentano un sistema di fumi di scarico vista l’assenza di combustione di carburanti fossili.

Si otterrebbe dunque un massiccio abbassamento dei livelli di sostanze dannose immesse nell’ambiente. Vantaggio, inoltre, circoscritto alle sole aree di produzione delle centrali, dove viene convertita l’energia chimica di carbone e petrolio in energia elettrica. Quest’ultimo è anche uno dei motivi principali per cui le automobili elettriche sono state ideate. Mentre il beneficio a favore dell’uomo sarebbe rappresentato da una netta minore presenza di sostanze cancerogene per la propria salute sulle strade.

Ci arriveremo? E se si, quando?

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