Articolo a cura di Federico CURSI
Una distinzione fondamentale che non può essere trascurata quando si parla di inquinamento è quella tra emissioni inquinanti e gas serra. Le prime provocano effetti dannosi sul territorio locale; le seconde, invece, hanno conseguenze globali, pericolose per tutto il pianeta.
Gli effetti delle emissioni inquinanti sono noti già da tempo. La caratteristica fondamentale di queste sostanze è l’effetto dannoso sull’ambiente locale, comprese le persone. Gli ossidi di zolfo (SOx) reagiscono col vapore acqueo presente nell’aria e provocano le famose piogge acide. Queste hanno gravissime conseguenze sulla fertilità dei terreni, sulla salute della flora locale, ma possono anche danneggiare edifici e monumenti.
Le polveri sottili sono invece costituite da frazioni inerti del combustibile trasportate dai gas di scarico, che se respirate dall’uomo possono provocare danni respiratori o addirittura effetti tumorali. Gli ossidi di azoto (NOx) sono tossici per l’uomo e provocano piogge acide. Non dimentichiamo infine il monossido di carbonio (CO) e gli idrocarburi incombusti (HC), derivanti da una combustione incompleta del combustibile, tossici per l’uomo. Queste ultime sono comuni nei motori delle auto, a causa dei brevi tempi di residenza nella camera di combustione.
In generale, le emissioni inquinanti sono causate quasi esclusivamente dall’utilizzo di combustibili fossili tradizionali. Per esempio, diesel e benzina per i trasporti, olio combustibile e carbone per le centrali termoelettriche. L’utilizzo di gas naturale o dei nuovi biocombustibili abbatte quasi completamente queste emissioni, che si riducono solo a NOx e incombusti, in quantità molto ridotte.
I combustibili sopra citati possono essere definiti puliti rispetto ai tradizionali, però qualsiasi tecnologia che sfrutti una combustione di composti del carbonio, quindi anche i comuni riscaldamenti a gas, provoca emissioni di anidride carbonica (CO2). Questo gas non è tossico o dannoso in sé, è anzi alla base di molte reazioni fondamentali della natura, come la fotosintesi clorofilliana.
Il problema si pone nel momento in cui se ne produce talmente tanto da aumentare la sua concentrazione nell’atmosfera in modo esponenziale, come sta accadendo negli ultimi anni. L’anidride carbonica provoca infatti il famoso effetto serra, trattiene cioè parte della radiazione solare che viene riflessa dalla Terra, così da indurre il surriscaldamento globale che stiamo osservando. Non è però l’unico gas serra, non può essere trascurato infatti il metano (CH4). Quest’ultimo provoca un effetto serra per molecola anche maggiore. Viene emesso in grande quantità dall’agricoltura e dall’allevamento (intensivo), che producono anche molta CO2.
Il quadro dell’inquinamento è molto complesso e non può essere riassunto in un articolo, tanto meno può esserlo la soluzione. E’ importante però capire da dove provengono certi inquinanti e quali conseguenze determinano. Dai dati Istat per le emissioni in Italia nel 2017 possiamo notare quali settori hanno un maggiore impatto ambientale. Sicuramente l’industria manifatturiera contribuisce a quasi tutte le emissioni in quantità importanti, vista la dimensione del settore. Allo stesso tempo però anche l’agricoltura, specialmente se intensiva, è un settore che in generale inquina, emettendo il maggiore quantitativo di metano.
Il settore dell’energia (elettrica e termica) produce una grande quantità di anidride carbonica, per questo dovrebbero essere sfruttate al massimo le fonti rinnovabili e in generale tutte le tecnologie CO2 free, come il nucleare. Il settore dei trasporti, sommando i tre contributi delle componenti terrestre, marittimo e aereo, contribuisce in maniera per nulla trascurabile alle emissioni di CO2, ma anche di NOx e CO. In particolare, il trasporto marittimo contribuisce in larga parte alle emissioni di particolato e SOx.
Non può essere trascurato però il particolato prodotto dal trasporto terrestre, visto che è emesso in zone abitate ed è nocivo per la salute delle persone. La conversione ai veicoli elettrici e a idrogeno determinerebbe un quasi totale azzeramento delle emissioni di quest’ultimo settore.
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