Markus Distelrath da Pixabay
La Francia è una delle nazioni del mondo che più fa affidamento all’energia nucleare, e lo sappiamo bene.
Tuttavia, seguendo quello che è il trend mondiale, si pensava che anche la vicina nazione d’oltralpe avesse provato ad investire in energia rinnovabile, o in tecnologie alternative. Il Presidente Macron ha invece sottolineato il loro impegno nel diventare una nazione Carbon Neutral entro il 2050, e magari il nucleare potrebbe essere la risposta.
La Francia ha una penetrazione nucleare ben al di sopra di ogni altra nazione nel mondo. Il quadro energetico francese è chiaro e mostra la minor dipendenza dai combustibili fossili e un sostenuto approvvigionamento di elettricità derivante dal nucleare (intorno al 75%).
Una buona fetta di energia elettrica importata in Italia (paese tanto contrario a questa tecnologia), deriva proprio dal nucleare francese vicino di casa. L’energia elettrica è trasportata da interconnessioni strategiche di cui un esempio è la nuova linea HVDC collegherà la stazione elettrica di Piossasco (in Piemonte) e quella di Grande Île (in Savoia). Il progetto, nato dalla collaborazione tra i TSO di Italia (Terna) e Francia (RTE) ha una capacità di trasporto tra i due Paesi del 40%, raggiungendo una capacità massima di scambio instantanea di 4.350 MW.
È del quotidiano Le Monde la notizia che il governo francese ha fatto esplicita richiesta a EDF (operatore tra i più importanti del nucleare francese) di iniziare a sviluppare un nuovo piano per la costruzione di nuove centrali.
Nel merito parliamo di sei reattori EPR. Al momento – ancora – non ci sono i fondi (né pubblici né privati) o dei progetti definitivi. Ma la notizia sottolinea la volontà francese di utilizzare l’atomo il più possibile, e con efficienza.
L’opinione pubblica, dopo Fukushima, è cambiata radicalmente, anche in Francia. E così che i cosiddetti French Nuclear Regulators hanno spinto per analizzare e migliorare la sicurezza degli impianti esistenti. Inoltre, nel 2015, il governo francese ha votato per tagliare fino al 50% lo share nucleare al 2025 (data poi modificata con il 2035).
E allora che necessità c’è di investire in nuove centrali? Tutto parte dall’intenzione di chiudere fino a 15 centrali obsolete dal 2020 al 2030. Quindi alla nazione serviranno obbligatoriamente nuovi impianti (più sicuri e più potenti) così da sopperire alla crescente domanda energetica.
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