Articolo a cura di Marco RONCELLI
Nella prima parte abbiamo introdotto la digitalizzazione dell’industria, con riferimento alle utilities e quindi anche al settore energetico, ma generalizzabile a diversi altri ambiti.
Il processo di digitalizzazione inizia con la mappatura ed il monitoraggio dei processi presenti. Documentando e valutando i principali KPI si è in grado di misurare le performance dei propri processi, verificando dove sono allocate le principali inefficienze. La tecnologia oggi offre un gran numero di soluzioni. Per questo motivo, questa prima fase è la più semplice da avviare ma al tempo stesso rappresenta il passo più importante, sia in senso figurato (chi ben comincia è a metà dell’opera), sia in termini di concreta efficacia. Poter disporre di un sistema che ci consente di individuare, attraverso la fase di analisi, le soluzioni che minimizzano il rapporto costo/beneficio è propedeutico a realizzare, con la terza fase, le soluzioni che apportano i migliori effetti una volta definito il budget.
Monitorati i processi, è necessario quindi analizzare i dati raccolti al fine di individuare le strategie più efficaci. Se l’analisi rappresenta forse l’aspetto più astratto del processo di digitalizzazione, è d’altro canto la fase che ci consente di definire le soluzioni concrete da adottare, quantificando i benefici ottenibili. Concrete sono anche le possibilità professionali, che supportano l’importanza di questa seconda fase. Secondo il Sole 24 ore, le professioni più richieste nel prossimo quinquennio saranno non solo caratterizzate da elevate competenze, ma anche focalizzate in buona parte in area digitalizzazione e industria 4.0. La figura del data scientist si colloca sul podio delle principali classifiche occupazionali future.
Nel settore energetico, all’analisi dei dati su un singolo processo o impianto si aggiungono le analisi da effettuarsi sui sistemi di trasmissione e distribuzione. La deflessione dei costi di produzione dell’energia da fonti rinnovabili ha portato, nonostante il calo degli incentivi, ad una progressiva diffusione di questi impianti e sarà presto necessario garantire la fornitura dei servizi ancillari alla rete. Nell’ottica delle smart cities, caratterizzate da generazione distribuita e aleatoria, i margini di ricavo ridotti ed i servizi da fornire tanto importanti quanto gravosi, rendono prioritaria l’analisi di questa grande mole di dati.
Infine la terza fase, dove è ordinario avere sistemi (uomo-macchina o macchina-macchina) tra loro comunicanti e in progressivo miglioramento ottenuto sia con l’intervento umano, sia attraverso l’autoapprendimento e miglioramento delle macchine. In questa fase sono incluse una grande quantità di strumenti e tecnologie: le principali sono indicate nella figura seguente.
In questo articolo abbiamo introdotto alcuni aspetti protagonisti dell’evoluzione in ambito utilities, fortemente orientata all’integrazione dei servizi al settore ICT e con l’obiettivo di proporre modelli funzionali di smart cities. Le città intelligenti, innovazioni in campo energy, e nuove tecnologie saranno alcuni dei temi portanti del secondo evento nazionale dei giovani professionisti e studenti nel mondo dell’energia organizzato da PoliENERGY in collaborazione con Energy Close-up Engineering, YES-Europe, LEDS.
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