È nato! A quanto pare, dopo soli 88 giorni, in Italia, abbiamo di nuovo un governo. Tanto si potrebbe dire, così come tanto non diremo, perché il nostro compito, in quanto rivista online tecnica (o in quanto qualcosa che si vuole avvicinare il più possibile a questa definizione), è quello di analizzare i fatti.
E, nel nostro caso specifico, i fatti riguardano energia ed ambiente.
Cosa possiamo aspettarci da questo governo? Cosa cambierà? Cosa resterà uguale? I problemi, in Italia, in questi ambiti, non sono pochi. Bisogna lavorare su infrastrutture strategiche in progettazione ed in costruzione. Bisogna migliorare la competitività del prezzo dell’energia. Bisogna parlare di incentivazione e/o disincentivazione se vogliamo realmente migliorare l’efficienza energetica, declinata in tutti i suoi sistemi e contesti.
Il Movimento 5 Stelle ha, da sempre, parlato di energia rinnovabile ed efficienza energetica. Secondo il loro programma, l’addio al carbone e al gas è possibile entro il 2050. Da qui a quella data sfrutteremo le centrali a gas esistenti, senza costruirne di nuove. E poi si parla di stoccaggio dell’energia elettrica, si parla di economia circolare, come anche di mobilità elettrica, perlomeno nei contesti urbani.
La Lega, d’altra parte, parla di bio-metano e di efficienza energetica in ambito industriale e residenziale. Si rifà al concetto di Smart City per innovare le città italiane, partendo, tra le altre cose, anche dai rifiuti. Si parla di ridurre le emissioni inquinanti nelle nostre città, facendo cenni alla mobilità sostenibile.
Nel “contratto di governo”, però, non si fa cenno a nessuno dei punti programmatici. L’unico riferimento, alquanto generale, è per “un’economia e una finanza decarbonizzata e defossilizzata attraverso efficienza energetica e fonti rinnovabili“.
Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Sottosegreterio alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. Vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali, Luigi Di Maio. Vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Rapporti con il parlamento e alla democrazia diretta, Riccardo Fraccaro. Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno. Affari regionali e autonomie, Erika Stefani. Sud, Barbara Lezzi. Famiglia e Disabilità, Lorenzo Fontana. Affari Esteri, Enzo Moavero Milanesi. Giustizia, Alfonso Bonafede. Difesa, Elisabetta Trenta. Economia e Finanze, Giovanni Tria. Affari europei e politiche comunitarie, Paolo Savona. Politiche agricole, Gianmarco Centinaio. Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli. Istruzione, Marco Bussetti. Beni culturali, Alberto Bonisoli. Ambiente, Sergio Costa. Salute, Giulia Grillo.
Non avendo, in Italia, un ministero dell’energia o un ministero delle politiche energetiche, i ministeri che lavorano con questo tema giornalmente, da diversi punti di vista, sono il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero dell’Ambiente e, in minor misura, il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Sul primo non c’è molto da dire, lo conosciamo e lo abbiamo imparato a conoscere durante gli ultimi anni. Tuttavia, probabilmente, non in molti conoscono gli altri due ministri che hanno sfide non da poco davanti a loro. Parliamo di Sergio COSTA, classe ’59, laureato in Scienze Agrarie, con master in Diritto dell’Ambiente. Ex comandante regionale campano nel Corpo Forestale, dal 2017 è generale di brigata dell’Arma. Alle infrastruttura, invece, c’è Danilo TONINELLI, classe ’74, laureato in Giurisprudenza, già parlamentare dei 5 stelle e membro della commissione Affari Costituzionali. In passato ha lavorato come ispettore tecnico assicurativo.
Esprimersi su qualcosa di nuovo e sconosciuto non è previdente, non è giusto, non è rispettoso (qualsiasi siano i presupposti e/o i preconcetti). Ma le sfide che ci aspettano al varco sono tante. Quindi buon lavoro al governo italiano; mai più di adesso, buon lavoro.
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