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A Gubbio nasce il più grande impianto eolico collettivo italiano

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Si trova a Cerrone, nei pressi di Gubbio, ed è l’ impianto eolico collettivo più grande d’Italia, realizzato dalla cooperativa energetica ènostra. L’iniziativa è partita dalle istituzioni politiche locali, che hanno voluto rendere una piccola realtà un simbolo virtuoso di sostenibilità e cambiamento, per accelerare la transizione energetica.

Caratteristiche dell’impianto

L’impianto eolico di Gubbio ha una potenza installata di 900 kW e produrrà annualmente 2 GWh di energia. Si stima che la quantità di emissioni evitate sarà di 878 tonnellate di CO2  all’anno. L’impianto si compone di una sola turbina ed è in grado di alimentare le utenze di 900 famiglie locali. Si trova a 11 chilometri di distanza dal centro storico, in una zona lontana dalle abitazioni e non visibile dalla piana di Gubbio. In questo modo non crea problemi di impatto visivo e si colloca fuori dalla fascia dei crinali. Il progetto infatti è partito solo dopo un’attenta analisi di impatto ambientale e acustico. Solo poche abitazioni si trovano nei pressi della turbina e sono quelle dei precedenti proprietari del terreno. Questi sono diventati soci della cooperativa e si occuperanno della sorveglianza dell’area per monitorare le eventuali situazioni rischiose, per esempio le frane.

Fonte: ènostra

Gubbio, insieme per la sostenibilità

La costruzione dell’impianto rientra nel progetto di ènostra per la produzione di energia pulita in maniera collettiva. Dal 2014 infatti la cooperativa si occupa della produzione di energia 100% rinnovabile a partire da progetti di partecipazione condivisa. La Regione Umbria, il Comune di Gubbio e le associazioni ambientaliste locali hanno sostenuto l’iniziativa, che ha visto la luce grazie alla collaborazione e ai finanziamenti di Banca Etica. L’impianto è stato realizzato dalla collaborazione con la Sunergise di Perugia, che aveva già effettuato l’analisi anemometrica del sito per circa due anni. I tecnici dell’azienda, esperti nel settore elettrico, si sono occupati delle diverse fasi di costruzione e messa in esercizio dell’impianto. I lavori sono iniziati nell’agosto 2020 con la realizzazione della strada e si sono conclusi nel giugno 2021 con il montaggio della turbina, inaugurata poi ad ottobre.

Fonte: ènostra

Una transizione “dal basso”

Gli impegni per ridurre le emissioni sono soluzioni e obiettivi che spesso si fa fatica a tradurre nella pratica. La sostenibilità infatti è un concetto strettamente legato al territorio, e si deve ottenere in funzione delle necessità e dei consumi locali. Per questo le piccole realtà possono davvero fare la differenza. Sono quelle che conoscono le esigenze del territorio e della popolazione e che possono impegnarsi per unire interessi produttivi e attenzione all’ambiente. A Gubbio questo è diventato realtà, grazie all’autorganizzazione e all’efficacia degli sforzi collettivi. Siamo di fronte a quella che viene chiamata “comunità energetica”, cioè un gruppo di persone che acquista un impianto di produzione di energia rinnovabile, in questo caso un impianto eolico, che poi viene autoconsumata. Questo concetto è stato introdotto proprio per incentivare l’utilizzo delle fonti rinnovabili, che possono offrire vantaggi per le popolazioni che vivono dove esse sono disponibili.

Fonte: ènostra

La transizione energetica di Gubbio

La turbina eolica collettiva mostra come le rinnovabili possano fornire un contributo alla transizione verde, integrandosi anche con il territorio e la società. Si tratta di un esempio e di uno stimolo per migliorare, come ha commentato il sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati:

“ La prospettiva della comunità energetica è sicuramente un percorso che ci attira da un punto di vista istituzionale anche perché contempla uno scenario di condivisione tra istituzioni, cooperative, cittadini e associazioni che è forse l’elemento più rassicurante per i traguardi di carattere sostenibile che intendiamo proporci ”

Oggi le piccole iniziative sono quelle su cui si deve puntare, perché possono arrivare a coprire fino a un terzo del fabbisogno energetico. Si tratta anche di una strategia che, se opportunamente realizzata, ha tutte le carte in regola per essere conveniente a livello economico e sociale.