Spreco alimentare e festività sono strettamente legati. Ma non è un problema solo di questo periodo. Pensiamo a quanto cibo ognuno di noi butta ogni giorno, spesso anche senza averlo nemmeno cucinato. Ma chi ne paga le conseguenze è il pianeta: ogni volta che buttiamo cibo nel bidone della spazzatura, contribuiamo a produrre anidride carbonica e sprecare risorse preziose. L’impegno per salvaguardare l’ambiente parte dalle scelte che facciamo: essere sostenibili si può, con piccole e semplici attenzioni anche nell’alimentazione. Vediamo qual è l’impatto dello spreco alimentare sul pianeta e cosa possiamo fare per ridurlo.
Parliamo di spreco alimentare ogni volta che nella filiera alimentare scartiamo prodotti che sono ancora adatti per il consumo. Si spreca cibo lungo tutta la filiera alimentare, partendo dalla produzione e arrivando all’utilizzo che facciamo del cibo nelle nostre case. Nel 2021 lo spreco di cibo in Italia ha avuto un valore di oltre 7 miliardi di euro. Aggiungendo le perdite nei campi agricoli e lo spreco nella grande distribuzione, arriviamo a oltre 10 miliardi per l’intera filiera alimentare. Nel mondo lo spreco di cibo è un terzo di tutta la produzione di cibo destinata al consumo. La maggior parte degli sprechi nella filiera alimentare avviene tra le mura domestiche, con perdite fino al 43% del totale. Ed è purtroppo una realtà che sperimentiamo tutti i giorni, soprattutto in questi periodi di festa dove le occasioni di sprecare cibo aumentano e i pasti si moltiplicano.
Lo spreco di cibo si distingue in tre categorie: evitabile, possibilmente evitabile, inevitabile. Nel primo caso ci si riferisce al cibo che buttiamo via pur essendo ancora commestibile. Lo spreco è invece possibilmente evitabile se riguarda parti di alimenti che potrebbero essere mangiate anche se alcune persone non lo fanno, per esempio la crosta del pane o le bucce di alcuni frutti. Infine, c’è lo spreco inevitabile, che riguarda le parti di alimenti non consumabili, per esempio gli ossi della carne o i gusci delle uova. La FAO inoltre fa una distinzione tra spreco, sperpero e perdita. Mentre lo spreco è attribuibile ai venditori e ai consumatori, la perdita dipende da un’inefficienza della filiera e avviene prima della distribuzione del cibo presso i punti vendita, ovvero nelle fasi di produzione e trasformazione. Lo sperpero è la combinazione degli sprechi e delle perdite.
Secondo la Confederazione Italiana Agricoltori, ogni anno in Italia sprechiamo 25 milioni di tonnellate di cibo. Solo nel periodo di Natale, lo spreco alimentare raggiunge 500 mila tonnellate di cibo. Ogni famiglia, durante le feste, sprecando cibo “butta via” circa 80 euro. Ogni anno più di 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate in tutto il mondo lungo tutta la filiera alimentare. Ma non è solo una perdita economica. Ogni volta che buttiamo via cibo, danneggiamo il pianeta. Ogni alimento che mangiamo, per essere prodotto, richiede risorse idriche ed energetiche, oltre che consumo di suolo, e per ogni chilo di cibo prodotto mediamente vengono immesi 4,5 kg di CO2 in ambiente. Lo spreco di cibo è equivalente a uno spreco di risorse, e sappiamo quanto siano preziose per il nostro pianeta. In Europa, ogni anno sprechiamo 89 milioni di tonnellate di cibo, che corrispondono a circa 180 kg a persona.
Secondo le stime della FAO, lo spreco alimentare nel mondo produce 3,3 miliardi di CO2 equivalente. Soprattutto se conferito nelle discariche, il rifiuto organico produce un’enorme quantità di gas serra. E quindi, ogni volta che buttiamo cibo, stiamo dando un piccolo contributo al riscaldamento globale. Ecco perché le Nazioni Unite hanno inserito anche questo tema nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. L’obiettivo 12 degli SDG (Sustainable Development Goals) parla di “produzione e consumo responsabili” e include un sotto-obiettivo dedicato proprio al tema dello spreco alimentare. Buttare cibo nella spazzatura significa fare un torto a chi quel cibo non può permetterselo, in quelle parti del mondo dove le persone lottano per la sopravvivenza a causa della mancanza di tutto ciò che noi abbiamo in abbondanza.
A livello globale, i dati sullo spreco alimentare sono in continua crescita. I fattori responsabili sono principalmente tre. Per prima cosa, la crescita urbana ha allontanato i produttori dai consumatori: il cibo deve per la maggior parte dei casi essere trasportato, favorendo le perdite durante la distribuzione e il trasporto. Ecco perché è importante, ad esempio, privilegiare l’acquisto di prodotti del proprio territorio. In secondo luogo, le abitudini alimentari sono cambiate e si sono rivolte ad alimenti, in primis la carne, che hanno un forte impatto ambientale. Il modello della “doppia piramide” alimentare, infatti, dimostra che i cibi “più salutari” sono anche i meno dannosi per l’ambiente. Infine, il commercio globale e la grande distribuzione sono elementi che favoriscono gli sprechi per la necessità di garantire gli standard di sicurezza e qualità alimentare e per la richiesta di una sempre maggiore quantità di prodotti.
Ci sono tante iniziative che promuovono la riduzione degli sprechi e il recupero di beni alimentari. Molte catene di distribuzione ma anche diversi esercizi commerciali mettono a disposizione le proprie eccedenze che sono rimaste invendute. Esistono anche siti internet e applicazioni che segnalano prodotti vicini alla data di scadenza, che vengono venduti a prezzi scontati. Ma anche richiedere la doggy bag quando andiamo al ristorante può essere un piccolo gesto per ridurre gli sprechi. I consumatori possono fare moltissimo, adottando comportamenti consapevoli e responsabili sia nell’acquisto che nell’utilizzo. Perciò, acquistiamo solo il cibo che sappiamo di poter consumare, senza esagerare nella spesa rischiando poi di buttare via i prodotti. Quando acquistiamo e quando scegliamo il prodotto da mangiare, facciamo attenzione alla data di scadenza in modo da consumare prima ciò che scade a breve termine. A tavola, evitiamo porzioni eccessive rispetto all’appetito che abbiamo. Un’ultima attenzione al frigorifero: controlliamo sempre che la temperatura sia corretta per evitare che gli alimenti si degradino. Infine, un ultimo consiglio: se non riusciamo a consumare dei prodotti, anziché buttarli, regaliamoli. In questo modo non sarà solo il pianeta a ringraziarci.
Questi piccoli consigli valgono a maggior ragione quando, durante le feste, tendiamo a esagerare con le porzioni. Perciò anche in questo periodo è importante fare la spesa in modo consapevole, evitando di acquistare prodotti che abbiamo già in casa. La spesa va proporzionata all’effettivo numero di amici e parenti che si riceveranno, evitando di acquistare troppo rispetto a quanto verrà effettivamente consumato. Evitiamo anche di farci trascinare dalle offerte che in questo periodo sono in abbondanza: chiediamoci se l’acquisto di quell’alimento è veramente necessario prima di prenderlo dallo scaffale. Anche durante le feste è importante dosare bene le porzioni ed evitare di buttare via gli avanzi. Ci sono tanti modi per ridare nuova veste al cibo avanzato, per cucinarlo e utilizzarlo nei giorni successivi. O, in alternativa, in molti casi il cibo avanzato può essere congelato e consumato in seguito. Ricordiamo sempre che il primo passo per evitare lo spreco alimentare è la consapevolezza delle proprie scelte quotidiane. Perciò approfittiamo delle festività anche per iniziare a prendere delle piccole abitudini che saranno utili anche per il resto dell’anno.
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