2022, lo ricorderemo anche per essere stato l’anno più caldo di sempre in Italia. Dal CNR arriva infatti la conferma che le temperature, sia massime che medie, sono state le più alte dal 1800. E la colpa è tutta del cambiamento climatico. Lo stiamo sperimentando anche in questo mese di dicembre, con temperature decisamente più miti del solito. Ci stiamo abituando ad avere giornate con temperature anomale per tutto l’anno, che seguono sempre meno il ciclo naturale delle stagioni.
Il 2022 si aggiudica un triste primato: è l’anno più caldo di sempre in Italia. Lo ha spiegato Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio Lamma-Cnr. Quello che sta per finire è l’anno più caldo per quanto riguarda sia le temperature massime che quelle medie. Le temperature minime, invece, rimangono un record del 2018, che attualmente è al secondo posto nella classifica degli anni più caldi di sempre in Italia. Su scala mondiale invece è il 2016 l’anno più caldo, seguito dal 2020 e dal 2019, mentre il 2022 è al quinto posto a livello mondiale e al terzo a livello europeo. Si tratta comunque di risultati poco rassicuranti, visto che gli anni più caldi sono concentrati proprio nel periodo più recente. Nel 2022 l’aumento di temperatura è stato mediamente di 0,96 °C rispetto alla media del trentennio 1990-2022. Il maggiore aumento è stato per le temperature massime, che sono più alte, in media, di 1,2 °C.
L’Italia si sta tropicalizzando a causa del riscaldamento globale. Ne sono una prova le temperature estive eccezionalmente alte su gran parte del paese e gli episodi di siccità, che nel 2022 hanno interessato anche il Po, e ne avevamo parlato qui. Il caldo sta influenzando negativamente il sistema agricolo italiano, causando un calo della produttività. Soffrono sempre di più anche gli animali e gli ecosistemi, minacciati da incendi sempre più frequenti. Le precipitazioni continuano a essere brevi ma molto intense, causando danni alle città e alla popolazione. Nei prossimi anni la temperatura, se non si interverrà nell’abbassamento drastico delle emissioni, è destinata ancora ad aumentare.
Nel 2022 abbiamo avuto il luglio più caldo di sempre in Italia. Rispetto ai trent’anni tra il 1990 e il 2020 la temperatura massima è salita mediamente di 2,62 °C. L’incremento maggiore, pari a 4-5 °C, ha riguardato le regioni del Nord. L’aumento della temperatura massima è stato, in media, di 3,28 °C nelle regioni del Nord, di 2,83 °C nelle regioni del Centro e infine di 2,19 in quelle del Sud. Anche per i prossimi giorni si prevedono temperature più alte rispetto alla media del periodo. Ma lo stiamo già sperimentando in occasione delle festività, che ci offrono climi quasi primaverili, mentre gli USA sono alle prese con una tempesta polare, di cui abbiamo parlato qui. Si tratta proprio di uno dei più grandi paradossi del cambiamento climatico.
Stiamo vivendo una situazione climatica mai vista prima, soprattutto in estate, con ondate di caldo estremo e piogge praticamente assenti. E come è facilmente immaginabile, la situazione non è destinata a cambiare. Gli anni che ci attendono molto probabilmente saranno sempre più caldi. Le temperature del 2023 potrebbero essere ancora più da record, aggravando la crisi idrica che abbiamo già sperimentato e portandoci nuovi eventi estremi. Il 2023 quindi sarà il decimo anno consecutivo in cui si registreranno anomalie termiche. La causa sta sicuramente nell’aggravamento del climate change. Si sta anche indebolendo La Niña, che è una fase naturale di un ciclo climatico, che influenza il clima di tutto il pianeta contribuendo a compensare il riscaldamento globale.
Le temperature insolite che si stanno registrando in questo periodo possono essere facilmente spiegate. Partiamo dal fenomeno della jet-stream ovvero corrente a getto. Si tratta di un flusso di aria ad alta velocità che si verifica in prossimità del limite superiore della troposfera, a 9-12 chilometri di quota, causando dei gradienti termici tra i poli e l’equatore. Le correnti a getto circolano da ovest verso est su tutto il pianeta e ne condizionano il clima. Sono più intense in inverno per entrambi gli emisferi e tendono a spostarsi e interrompersi a seconda della stagione. In inverno tendono a spostarsi lungo l’equatore, mentre in primavera si localizzano in prossimità dei poli. Le correnti a getto infatti si formano dall’interazione di due fattori: l’azione della forza di Coriolis e l’irraggiamento solare.
Le correnti a getto sono un fenomeno assolutamente naturale, ma la loro intensità è influenzata dal cambiamento climatico in atto. Per questo motivo, mentre assistiamo a temperature più alte del solito in Italia, negli USA si sta verificando un’ondata di gelo. L’alterazione della corrente infatti distribuisce diversamente le zone di alta e bassa pressione. Mentre negli USA arriva aria fredda dalla regione polare, nella zona del Mediterraneo viene richiamata l’aria di origine nord-africana. Con il riscaldamento globale, infatti, si indebolisce il gradiente termico che spinge le correnti a getto, che quindi diventano più deboli. Ecco perché assistiamo a fenomeni come lo scioglimento dei ghiacciai o situazioni climatiche anomale come quelle che si stanno verificando.
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