Una dieta sostenibile è una dieta a basso impatto ambientale che è gestita con i principi dello sviluppo sostenibile, garantendo una vita sana per le generazioni presenti e future. Questo tipo di dieta è pensata nel rispetto degli ecosistemi e della biodiversità, è sana dal punto di vista nutrizionale e garantisce l’utilizzo sostenibile delle risorse energetiche e idriche. La dieta sostenibile è anche nota come Planetary health diet, cioè “dieta per la salute del pianeta”. Un’attenta scelta alimentare infatti può garantire il benessere non solo dell’uomo, ma anche della Terra.
Rispettare il pianeta e mitigare gli effetti dell’inquinamento e della crisi climatica è un dovere di tutti. Per questo uno dei punti di partenza è quello dell’alimentazione, che ci riguarda nelle scelte quotidiane. Un consumatore deve essere consapevole durante l’acquisto dei prodotti che vengono portati sulla sua tavola ogni giorno. La sostenibilità alimentare è importante sia per il pianeta che per la nostra salute, perché in fondo l’uomo è ciò che mangia. La produzione sostenibile degli alimenti è quella che permette di limitare il consumo di acqua e di energia, minimizzando anche l’utilizzo di pesticidi. Sono sostenibili gli alimenti la cui produzione non ha richiesto deforestazione né allevamenti intensivi. Tutti questi fattori messi insieme contribuiscono alla riduzione dell’inquinamento prodotto dal cibo.
La richiesta di cibo è in continuo aumento, con la crescita della popolazione mondiale. Produrre più alimenti significa avere necessità di più risorse naturali, ad esempio di terreni da destinare all’agricoltura. Il settore agricolo è molto impattante sia in termini di emissioni di gas serra che di consumo di acqua ed energia. Inoltre alcune modalità di produzione richiedono l’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi che sono responsabili dell’inquinamento del suolo e dei mari. Di conseguenza, la salute degli ecosistemi e la sopravvivivenza degli organismi presenti in questi habitat è messa a rischio.
Il modello di dieta sostenibile proposto dalla FAO sostiene il rispetto dell’ambiente mantenendo il giusto bilancio nutrizionale. I punti chiave di un modello alimentare sano e sostenibile sono:
Seguire un’alimentazione sostenibile significa cercare il più possibile di ridurre lo spreco alimentare e selezionare accuratamente i prodotti che acquistiamo. Oggi si parla di settori biologici certificati, che promuovono il consumo di prodotti trattati in modo naturale e sano, sia dal punto di vista etico che nutrizionale. Occorre preferire alimenti biologici, prodotti nel rispetto del suolo, limitando il consumo di risorse idriche e con basse emissioni di carbonio. Inoltre è fondamentale rispettare la stagionalità del prodotto e preferire cibi di origine locale o regionale. Il mercato alimentare è sempre più orientato al chilometro zero proprio per valorizzare la realtà agricola locale e ridurre i costi per il trasporto e la conservazione degli alimenti. Secondo alcune stime, se una famiglia di quattro persone adottasse una dieta sostenibile, si risparmierebbe in un anno l’emissione di 3,7 tonnellate di CO2. All’incirca è la quantità che verrebbe prodotta guidando per 26mila chilometri un’automobile.
Scegliere alimenti sostenibili non significa solo preferirei i prodotti biologici e sani, ma ripensare il sistema di produzione alimentare con modelli che rispettino la natura e gli animali. L’agricoltura biologica è una tecnica di produzione alimentare che minimizza l’attività umana sulla natura. Si basa su alcuni principi fondamentali, come la rotazione delle colture, la riduzione dei pesticidi e dei fertilizzanti, e la valorizzazione delle risorse alimentari locali. L’Italia è tra le prime nazioni in Europa per l’esportazione dei prodotti biologici e i terreni destinati all’agricoltura sostenibile sono continuamente in crescita. Un discorso analogo vale per gli allevamenti. Quelli sostenibili sono sviluppati all’aria aperta, garantendo a ogni animale uno spazio opportuno. La macellazione viene effettuata limitando la tensione degli animali e deve richiedere un trasporto il più possibile breve.
Secondo la FAO la dieta mediterranea è considerata una dieta sostenibile e con un valore nutrionale che è riconosciuto valido da almeno 70 anni. Sappiamo tutti che è uno dei modelli alimentari più consigliati dagli esperti perché caratterizzato da varietà e da un perfetto equilibrio dei nutrienti. Si tratta di una dieta molto ricca di frutta e verdura, cereali e olio d’oliva, con un consumo moderato di carne, pesce e formaggi. Il bilancio dei nutrienti, l’alto contenuto di fibre e di composti antiossidanti contribuisce a ridurre il rischio di alcune patologie, in particolare quelle cardiovascolari. La FAO ha dichiarato inoltre che la dieta mediterranea può favorire il raggiungimento di alcuni degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile. Questo tipo di alimentazione infatti è in accordo con la tutela degli ecosistemi, la riduzione dell’inquinamento e la limitazione dello spreco alimentare.
Esiste da diverso tempo un’immagine di una doppia piramide alimentare, costituita da due piramidi affiancate. Una di esse si basa sulla dieta mediterranea, che alla base include gli alimenti da consumare con maggiore frequenza. Tra di essi ci sono frutta, verdura, cereali, legumi e olio extra-vergine di oliva. La parte centrale della piramide è costituita da alimenti di cui è raccomandata un’ assunzione più ridotta, come pesce, uova, carni bianche e latticini. La punta della piramide contiene gli alimenti da consumare in maniera estremamente limitata, ovvero le carni rosse e gli alimenti ricchi di grassi saturi. La seconda piramide, capovolta rispetto alla prima, mostra alla base gli alimenti con il minore impatto ambientale e alla punta quelli più dannosi per l’ambiente. L’ordine rispecchia per la maggior parte quello riportato nella piramide alimentare tradizionale.
Ogni consumatore deve essere responsabile nella scelta degli alimenti in modo da ridurre il più possibile l’inquinamento dell’ambiente e contrastare lo spreco. Ma è importante prestare attenzione anche al packaging del prodotto. L’Unione Europea è impegnata nella lotta contro l’inquinamento della plastica e promuove l’utilizzo di materiali sostenibili. Per questo anche per gli alimenti, sono preferibili i packaging in plastica biodegradabile e compostabile e, dove possibile, in carta e plastica riciclata e riciclabile. Esistono anche le confezioni da fonti certificate come sostenibili, ad esempio la certificazione FSC o PEFC.
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