La crisi climatica in corso è la più grande minaccia che l’umanità abbia mai dovuto affrontare.
Il rischio ad essa associata va oltre il “semplice” problema ambientale. Le sue conseguenze, infatti, arriveranno a toccare numerosi aspetti della società, dell’economia e della politica, comportando un totale sconvolgimento nel nostro modo di vivere. L’aumento dei profughi ambientali, in particolare, rappresenterà una conseguenza inevitabile dei cambiamenti climatici causati dal surriscaldamento globale.
Il riscaldamento globale provoca lo scioglimento delle calotte polari e il conseguente innalzamento del livello dei mari. In alcune zone del Pianeta, gli eventi meteorologici estremi e le forti precipitazioni sono sempre più diffusi. Altre regioni, al contrario, sono colpite da siccità e da ondate di calore senza precedenti. Questo tipo di fenomeni climatici, sempre più frequenti su tutto il globo terrestre, costringeranno milioni di persone ad abbandonare la proprio casa provocando vere e proprie migrazioni di massa.
I profughi ambientali, secondo la definizione di Essam El-Hinnawi, sono tutte quelle persone che “hanno dovuto forzatamente abbandonare le loro abitazioni per necessità temporanee o permanenti a causa di grandi sconvolgimenti ambientali (naturali e/o indotti dall’uomo) i quali hanno messo in pericolo la loro esistenza o danneggiato seriamente la loro qualità della vita”.
Le condizioni ambientali di una determinata zona possono diventare invivibili a causa di fenomeni climatici differenti. Si possono distinguere, innanzitutto, gli eventi estremi e i processi graduali. In particolare, rientrano nella prima categoria eventi quali alluvioni e cicloni, che diventeranno sempre più comuni nel prossimo futuro. Fanno invece parte dei processi graduali fenomeni come la desertificazione e la siccità, così come la perdita di territorio dovuta all’innalzamento del livello dei mari.
Le migrazioni connesse ai cambiamenti climatici riguardano soprattutto gli spostamenti dalle campagne alle città. Queste ultime stanno già subendo un forte processo di espansione dovuto al naturale aumento della popolazione mondiale. La migrazione dalle zone rurali a quelle urbane causata dai cambiamenti ambientali rischia di amplificare ulteriormente il fenomeno. Una crescita urbana di questa entità genererà delle sfide importanti, dal punto di vista dei servizi sociali, dell’efficienza e del risparmio energetico, delle risorse idriche e della gestione dei rifiuti.
I cambiamenti climatici possono rappresentare la causa di violenti conflitti in tutto il mondo, soprattutto in situazioni che già in partenza risultano complesse e delicate. Il nesso tra il clima e la guerra va identificato nella scarsità delle risorse primarie necessarie alla sopravvivenza umana. La mancanza di acqua e cibo può peggiorare equilibri etnici e politici già precari conducendo a tensioni e violenza.
La migrazione delle popolazioni come risultato di cambiamenti climatici e ambientali è un fenomeno comune a popolazione ed epoche differenti. Sono state molte le modificazione dell’ambiente che, rendendo difficile continuare ad abitare alcuni luoghi, hanno obbligato milioni di persone a migrare. A differenza del passato, però, i cambiamenti climatici attualmente in corso sono estremamente rapidi. La velocità e l’entità degli impatti che questi comportano rendono difficile qualunque tipo di previsione.
Anche se alcune delle conseguenze del riscaldamento globale, come le migrazioni di massa, sono ormai considerate inevitabili, è ancora possibile agire attraverso azioni di adattamento. E’ necessario, inoltre, prevedere delle misure di preparazione e dei programmi per prevenire e gestire lo spostamento. L’impatto della migrazione ambientale può essere minimizzato attuando misure quali sistemi di allarme precoce e pianificazione di emergenza, rafforzando inoltre la capacità di assistenza umanitaria.
Nel contesto della tutela nei confronti dei profughi ambientali, è fondamentale una cooperazione tra gli Stati per attuare misure di adattamento e mitigazione del fenomeno. Le conseguenze delle migrazioni ambientali, infatti, non riguardano solo i Paesi direttamente colpiti dal particolare evento climatico, ma anche gli Stati ospitanti. Inoltre, la crisi climatica nella sua interezza rappresenta un problema di natura globale che, in quanto tale, va affrontato congiuntamente.
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