A partire dal 2023 Volkswagen utilizzerà celle prismatiche “unificate”. Queste celle diventeranno lo standard per molti modelli e ciò, ha messo in allerta molti produttori di batterie.
Un po’ come Tesla al proprio battery day, Volkswagen ha mostrato i propri passi avanti ed obiettivi nell’automotive elettrico. La novità principale è quella che riguarda le batterie: celle unificate, è questo il nome con cui Volkswagen le definisce. Non è ancora ben chiaro di cosa si tratti ma, queste celle, avranno tutte lo stesso formato, indipendentemente dalla chimica e, per ogni applicazione, vi sarà una chimica differente. Questo dovrebbe aiutare Volkswagen a raggiungere elevati volumi di produzione.
Avere celle con la stessa struttura, indipendentemente dal contenuto (chimica, ndr) aiuterà anche nel dare un ruolo strutturale nel veicolo alle batterie stesse. Le celle Volkswagen infatti, non saranno assemblate in moduli, ma seguiranno lo schema CTP (cell-to-pack). Questo schema prevede, appunto, che siano tutte le celle a formare il pacco batteria, senza alcuna divisione in moduli. Si ottiene in questo modo una semplicità costruttiva maggiore e la presenza di minore componentistica. Questo, almeno in linea di principio, assicura che tutto, o quasi, il peso e lo spazio siano sfruttati per immagazzinare energia. Di contro i processi di riparazione saranno più complessi e il thermal management deve essere completamente rivisto.
Le prime indiscrezioni da parte di Reuters sembravano indicare che, tramite l’adozione di questo form factor, tutte le celle di Volkswagen potessero essere della chimica LFP, ovvero al litio-ferro-fosfato. Non sembra essere questo il caso, in realtà, con Volkswagen che ha pensato di suddividere la propria offerta in segmenti differenti e per ognuno di essi ha identificato una o più chimiche di riferimento.
Questa scelta da parte di Volkswagen sembrerebbe promettente anche per quanto riguarda i costi. Per i veicoli entry level si stima una potenziale riduzione dei costi del 50%.
I “volume vehicles” come indicato in figura, potrebbero vedere il loro costo ridursi del 30%.
Volkswagen stima che gli sarà richiesta una capacità produttiva di batterie di 240 GWh entro il 2030. È proprio per questo che verranno costruite sei gigafactory in Europa, ognuna con una capacità produttiva di 40 GWh all’anno. Queste gigafactory saranno costruite in collaborazione con partner come LG, Northvolt, CATL, ecc.
La visione di Volkswagen sull’automotive elettrica è fortemente closed-loop oriented. La scelta di questo form factor per le celle e la progettazione di queste gigafactory affinché possano sfruttare le celle in seconda vita e poi riciclarle, sono solo i segnali più recenti di quanto la casa automobilistica di Wolfsburg abbia intenzione di farsi pietra angolare del settore.
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