Quando si parla di nucleare – e nel nostro sito lo facciamo di sovente – scatta subito qualcosa in tutti noi che si traduce in paura. Saranno stati i film visti durante la nostra vita con disastri nucleari. Sarà un immediato pensiero verso la bomba atomica. Saranno le immagini – sia quelle vere che quelle false – che giravano e girano sugli incidenti di Chernobyl (prima) e Fukushima (poi). Nonostante i decessi dovuti a queste catastrofi e nonostante i morti nelle miniere di uranio e non solo, i dati parlano chiaro: la fonte energetica nucleare è la più sicura e la più green (dal punto di vista delle emissioni di CO2).
Il futuro della fissione nucleare potrebbe nascondere una rivoluzione da qui a uno o due decenni. TerraPower, azienda fondata nel 2006 da Bill Gates, ha un obiettivo preciso al 2050. Sul loro sito si parla di centinaia di mini centrali nucleari nel mondo, che serviranno come sistemi a sostegno delle fonti rinnovabili. Partner principale è GE Hitachi Nuclear Energy, PacifiCorp, Energy Northwest e Duke Energy della Berkshire Hathaway Energy. La tecnologia portante del progetto è il Travelling Wave Reactor (TWR), letteralmente “reattore ad onda itinerante” che funziona anche a pressione atmosferica e produrrebbe circa 345 MW.
D’altronde, anche con le “vecchie” centrali nucleari, i casi di successo sono tantissimi nel mondo. Restando in Europa, ne possiamo citare due: Francia e Svezia. Nel primo caso sottolineiamo la minor dipendenza dai combustibili fossili internazionali e un basso costo del kWh elettrico. In aggiunta, ricordiamo che l’Italia assorbe energia elettrica nucleare dalla Francia, nazione in cui si sta discutendo – anche con referendum nazionali – sul come e se allungare la vita di alcune centrali nucleari. Invece, tra il 1960 e il 1990, con la costruzione dei nuovi impianti nucleari, la nazione scandinava ha raggiunto un’incidenza nucleare del 50% sulla produzione elettrica totale. In questo modo la Svezia ha raddoppiato il proprio PIL e ha tagliato le emissioni di CO2.
Quando si parla di fusione nucleare, molti di noi pensano al progetto internazionale Iter. A riguardo, l’ultima novità è la conclusione dell’edificio esterno che ospiterà il reattore sperimentale. Oltre che l’installazione dei super-magneti prodotti, tra gli altri, anche in Italia. I più attenti sapranno, invece, che ci sono parecchi reattori tokamak in giro per il mondo. Anche in Italia, ad esempio, ENEA sviluppa progetti in tal senso.
In Cina ultimamente è stato progettato e costruito il reattore HL-2M, upgrade del modello precedente, denominato HL-2A. Al momento, risulta uno dei tre reattori a fusione termonucleare esistenti e funzionanti in Cina. I test sono stati conclusi nel 2020. Il governo cinese è pronto ad inaugurare questo “Sun in the box“, o “Sole nella scatola“ con le operazioni di innesco della reazione, e successivo sostentamento della reazione deuterio-trizio.
Secondo i dati raccolti da Markandya e Wilkinson, l’energia nucleare ha determinato, tristemente, circa 0,07 decessi per ogni TWh prodotto. Tuttavia, se passiamo in rassegna tutte le fonti energetiche, scopriamo che il carbone è responsabile per la morte di 24,6 persone per TWh prodotto; il petrolio 18,4 morti per TWh; la biomassa di 4,6 morti per TWh; il gas naturale di 2,8 morti per TWh. In fondo alla classifica, assieme alla fonte nucleare, ci sono tutte le fonti rinnovabili. In ordine decrescente ci sono eolico, idroelettrico e solare con 0,04 morti per TWh per il primo e 0,02 morti per TWh per idroelettrico e solare.
Da un punto di vista strettamente ambientale, invece, alcune ricerche hanno anche analizzato quali sono le fonti più “green” dal solo punto di vista delle emissioni di gas serra. I dati che presentiamo di seguito sono tonnellate di CO2 equivalenti per GWh di energia prodotta. Come prevedibile, le fonti fossili sono le più inquinanti. 820, 729 e 490 sono le emissioni di carbone, petrolio e gas naturale. Nel centro della classifica ci sono le biomasse, con valori decisamente più bassi, anche se meno precisi: si va dalle 78 alle 230 t di CO2-equ per GWh prodotto. In fondo alla classifica – di nuovo – le fonti energetiche rinnovabili e il nucleare. L’idroelettrico con sorpresa produce durante tutto il suo ciclo di vita circa 34 t di CO2-equ per GWh prodotto. Solare, eolico e nucleare emettono durante la loro vita rispettivamente 5, 4 e 3 t di CO2-equ per GWh prodotto.
Ultimamente ci è stato un dibattito (molte volte inconclusivo) sull’acqua sversata in mare dalla centrale nucleare di Fukushima. Le acque di raffreddamento del nocciolo della centrale di Fukushima sono state negli anni sottoposte a due filtraggi (il secondo precauzionale). Questi ultimi hanno eliminato quasi la totalità degli elementi radioattivi contenutivi, fatta eccezione del trizio, a causa delle sue dimensioni (1 protone – 2 neutroni). Non esistono ufficialmente morti riconducibili direttamente a questo elemento, la cui presenza è tollerata anche nell’acqua potabile (in UE 100 Bq/L). Le linee guida internazionali ammettono addirittura 7000 Bq/L.
Riguardo le scorie radioattive, invece, partiremmo dalla definizione. Rifiuto radioattivo è un qualsiasi materiale di scarto contenente materiale radioattivo. Con l’aggettivo radioattivo si denota qualunque atomo in cui il nucleo emetta particelle ionizzanti, ovvero capaci di strappare gli elettroni degli atomi con cui interagiscono. I rifiuti radioattivi sono generati non solo nel nocciolo dei reattori nucleari a fissione o durante l’arricchimento dell’uranio, ma possono provenire anche da altri settori. ln medicina, per esempio, sorgenti al Cesio-137 sono comunemente usate per la radioterapia.
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