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Rifiuti di plastica: più controlli e meno inquinamento

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Entra in vigore dal 1° gennaio 2021 la nuova normativa europea per l’esportazione e l’importazione dei rifiuti di plastica. I controlli saranno più rigorosi e ci saranno nuove restrizioni, con l’obiettivo di favorire l’economia circolare e ottenere benefici ambientali. Tra le novità il divieto del dumping sui Paesi meno sviluppati e una maggiore trasparenza sul contenuto dei rifiuti trasportati.

Il problema dei rifiuti di plastica

L’evidente aumento del consumo di plastica ha reso negli ultimi anni preoccupante il problema dello smaltimento dei rifiuti. Non tutte le plastiche sono adatte a essere riciclate, per la mancanza di impianti adatti. E allora spesso finiscono nei nostri oceani e mari, mettendo a rischio l’ecosistema acquatico e anche la salute dell’uomo. Oppure vengono bruciate in maniera non controllata rilasciando sostanze pericolose nell’ ambiente. Ma i Paesi europei hanno anche esportato milioni di tonnellate all’anno di plastica verso quelli meno sviluppati, soprattutto asiatici. Su quest’ultimo punto interviene la Commissione Europea, che con la nuova normativa impone il principio di responsabilità dei rifiuti prodotti.

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La nuova normativa per i rifiuti di plastica

La normativa europea 2020/2174 nasce per vietare l’esportazione di rifiuti di plastica verso Paesi che non possono gestirli. Tra i principali contenuti legislativi c’è dunque il divieto dell’esportazione di rifiuti pericolosi o difficili da smaltire verso Paesi non-OECD. Per le altre tipologie di rifiuti è invece necessaria un’autorizzazione concessa solo in condizioni specifiche. Riguardo all’esportazione in Paesi OECD di rifiuti pericolosi è prevista una procedura di autorizzazione da entrambe le parti coinvolte. Questa procedura si applica anche a spedizioni tra Stati europei, tranne che per i rifiuti non pericolosi facili da riciclare.

Il background della normativa

La normativa attua le decisioni della 14sima Conferenza delle Parti a cui nel 2019 hanno partecipato 187 Paesi. In quella sede erano state definite linee di cooperazione internazionale per la gestione di alcuni rifiuti, come quelli di plastica.

L’Europa si è spinta oltre queste linee guida, dimostrando di voler intraprendere azioni più mirate. E non è solo per la volontà di ridurre l’inquinamento da plastica. Spiega infatti il Commissario per l’ambiente Sinkevičius che si tratta anche di voler raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo.

Questa iniziativa, presentata nel gennaio 2020, si fonda sull’obiettivo della neutralità climatica e sul modello dell’economia circolare. E prevede l’eliminazione di tutte le forme di inquinamento di acqua, aria e suolo entro il 2050. In questo senso, poiché le microplastiche sono sostanze che minacciano l’ambiente, devono essere rimosse e sostituite. Il maggior controllo sui rifiuti previsto dalla normativa potrebbe essere allora un punto di partenza.

Trasparenza e responsabilità

Nei Paesi più avanzati la normativa e la prassi su questioni ambientali sono ovviamente ampie e spesso piuttosto severe. E il risultato è che fino ad oggi si è preferito “spostare” il problema altrove. In particolare, nei Paesi che non hanno regole ambientali da rispettare. Ma sono gli stessi Paesi che non hanno le risorse necessarie per gestire le tonnellate di rifiuti che arrivano. E neanche la forza di ribellarsi a questo sfruttamento.

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Allora non è solo un problema ambientale, energetico ed economico, ma una questione etica.
L’Europa vuole riaffermare il principio di responsabilità dei Paesi produttori, essenziale nella corretta gestione dei rifiuti, di plastica e non.

Vuole anche più correttezza nella dichiarazione delle caratteristiche della plastica contenuta nei rifiuti, da rendere note ai Paesi riceventi. In questo modo potranno essere spediti solo carichi che è possibile trattare con i mezzi a disposizione.

Rifiuti di plastica: cosa cambia dal 2021

La nuova normativa si aggiunge ad un ulteriore provvedimento partito anch’esso da una proposta della Commissione. Nel corso del 2021 verranno esclusi dal mercato alcuni prodotti di plastica monouso, come posate e bicchieri. Sono questi infatti i principali rifiuti che si accumulano sulle spiagge e nei mari. Molti articoli di uso comune dovranno quindi essere evitati o sostituiti con alternative riutilizzabili. Ci vorrà tempo, ma stiamo iniziando a percorrere la strada per tornare a rivedere puliti i nostri mari.