In Italia è stato avviato il primo progetto per l’impiego di sistemi di accumulo di energia nei servizi di bilanciamento. L’iniziativa, lanciata lo scorso gennaio in Lombardia da Enel X in collaborazione con RSE, si concluderà a fine anno. L’obiettivo è far partecipare, in via sperimentale, gli utenti privati alla gestione attiva della domanda tramite l’inserimento nelle UVAM (Unità Virtuali Abilitate Miste).
Il progetto è attivo a Bergamo, Brescia e Mantova e comprende 800 utenti privati e 100 impianti fotovoltaici con accumulo. Questo insieme di utenze e impianti formano una Smart Community.
Quando Enel X include un soggetto, installa un gateaway per la comunicazione e controllo remoto del sistema di accumulo. I dati vengono inviati ad una piattaforma virtuale (gestita sempre da Enel X), la quale modella l’insieme delle risorse distribuite come un unicum della rete elettrica. Così facendo, ogni unità potrà essere chiamata a svolgere servizi per il sistema elettrico.
Le UVAM (Unità Virtuali Abilitate Miste) costituiscono riferimento regolatorio riguardo l’aggregazione di utenze in Italia: si tratta, in pratica, di insiemi di consumatori, produttori e impianti di accumulo considerati, dal punto di vista del dispacciamento, come un’unica entità virtuale.
Sono state approvate da ARERA con la delibera 422/2018/R/eel, oltre a essere abilitate a fornire servizi ancillari e oggi ammontano a circa 120. La delibera inoltre stabilisce anche la partecipazione delle UVAM al MSD (mercato dei Servizi di Dispacciamento) assieme a una remunerazione economica.
Tra i target fissati per l’Italia dal PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) ci sono:
Per poter raggiungere questi obiettivi è fondamentale un’evoluzione graduale da una produzione concentrata verso una generazione distribuita. Per produzione concentrata si intende un numero limitato di grandi centrali, mentre con generazione distribuita si indicano piccoli impianti collegati a reti di media/bassa tensione.
In questo contesto sono fondamentali i servizi ancillari, vale a dire le operazioni di modifica degli scambi di energia tra impianto e rete. Questo tipo di servizi è svolto da impianti di generazione di taglia medio-grande, rapidi e semplici da modulare. Tale modello, però, non è applicabile nel lungo periodo, dal momento che gli impianti termoelettrici in servizio sono in diminuzione. Contemporaneamente, gli impianti rinnovabili stanno aumentando, ma sono meno adatti a svolgere questi tipi di servizi perché non programmabili.
Terna e ARERA propongono come soluzione abbassare la soglia di potenza dei servizi ancillari sotto il valore di 10 MW. Così facendo, piccoli-medi impianti basati sul rinnovabile risultano avere tutte le caratteristiche idonee a fornire servizi come i grandi impianti termoelettrici. Così facendo, si semplifica la transizione del sistema energetico da un assetto centralizzato a uno distribuito basato prevalentemente su rinnovabili. Una soluzione valida da questo punto di vista sono le UVAM, in quanto garantiscono flessibilità di rete.
Ma cosa fanno effettivamente le UVAM? L’intenzione di Terna e ARERA è quella di coinvolgere i produttori e i consumatori privati nei servizi di bilanciamento, riserva terziaria e risoluzione congestioni.
A fronte di un problema di stabilità di rete, Terna notifica la necessità di un ordine di bilanciamento. Nel mentre l’UVAM individua i clienti necessari per aumentare o diminuire l’uso di energia, i quali a loro volta attuano dei piani di modulazione tramite i propri impianti. In cambio ricevono una remunerazione per la modulazione effettuata.
Con questo progetto Enel X guarda verso un modello energetico sempre più sostenibile ma non solo: in questo modo vengono si pongono anche le basi per un ridisegno complessivo del MSD, il tutto insieme a un’incentivazione alla ricerca di soluzione innovati. Tramite Smart Community e aggregatori come le UVAM, gli impianti di generazione e accumulo distribuiti sono abilitati a partecipare al MSD. Anche per gli utenti residenziali sarà quindi possibile trasformare una propria batteria in una risorsa attiva.
Articolo a cura di Luigi SAMBUCETI
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