Le coste della Kamchatka sono da giorni ricoperte da carcasse di animali marini: foche, granchi, polpi, ricci, pesci di vario genere. Colpa del disastro ecologico in corso, come definito da Greenpeace, che lo scorso 4 ottobre ha condotto una spedizione esplorativa del luogo.
Già da tre settimane diversi surfisti avevano iniziato a presentare strani sintomi, come bruciore agli occhi, mal di gola e vomito. E’ per questo che la squadra di Greenpeace ha deciso di partire in esplorazione. Sono state raccolte foto e video della zona, che mostrano un’importante contaminazione marina. Infatti, è stato osservato che l’acqua ha cambiato colore e densità, e che in vari punti è presente una schiuma giallastra in superficie. Sono stati trovati moltissimi animali morti sulle spiagge. Il fotografo subacqueo Aleksandr Korobok, dichiara inoltre di aver subito ustioni chimiche durante le immersioni.
Dopo le prime verifiche, la quantità di prodotti petroliferi era 4 volte superiore ai limiti, con una concentrazione di fenolo 2,5 più alta rispetto massimi consentiti. Questo ha causato la morte di moltissimi organismi, non solo in superficie ma anche a 10-15 m di profondità. Come una reazione a catena, questo distruggerà in breve anche i pesci che se ne nutrono, andando a minare sull’ecosistema marino tutto.
Ancora poco chiare le cause della contaminazione. In base alle analisi effettuate sui campioni di acqua, il ministro per l’Ambiente regionale Aleksej Kumarkov ipotizza uno sversamento di prodotti petroliferi da una nave di passaggio. Ma molti ecologi non si trovano d’accordo: il petrolio, più leggero dell’acqua, tenderebbe a formare una patina in superficie, e inoltre non avrebbe così alti livelli di tossicità. Secondo l’ecologo Dmitry Lisitsin, si trattrebbe piuttosto di una fuoriuscita di eptile, un carburante per missili molto tossico, da una delle tante installazioni militari presenti in Kamchatka. Un’altra ipotesi contempla una possibile perdita di pesticidi dal terreno. Ma c’è anche chi parla di fattori naturali.
Tutte le possibili versioni sono al vaglio delle autorità locali, che, come annunciato dal governatore regionale Vladimir Solodov, stanno esaminando la zona proprio in questi giorni. Come nel caso del disastro di Noril’sk, è alta la critica nei confronti del governo russo sulla tardività nell’arrivo delle informazioni.
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