Microsoft vuole diventare una società cleantech, cioè una società che si dedica esclusivamente a tecnologie green. Un miliardo di dollari è la cifra per sviluppare nuove tecnologie e azzerare la propria impronta ecologica.
Microsoft sta attuando una strategia aggressiva caratterizzata da due misure di grande impatto. La prima è l’istituzione di un fondo da un miliardo di dollari per finanziare direttamente progetti innovativi nel settore della direct air capture (DAC), cioè la cattura di anidride carbonica direttamente dall’atmosfera.
La seconda è l’applicazione di una carbon tax di 15 dollari per ogni tonnellata di emissioni, dirette e non, di CO2, applicata a tutte le proprie divisioni di business.
Il Climate innovation fund, questo il nome del fondo da un miliardo di dollari, sarà a disposizione sia di Microsoft stessa che di fornitori, clienti e innovatori green da tutto il mondo che potranno essere premiati attraverso dei bandi indetti ad hoc. Il fondo, ideato dalla CFO Amy Hood e gestito da Brandon Middaugh è stato “copiato” da amazon, che ha stanziato due miliardi di dollari col proprio Climate pledge fund.
Il principale obiettivo di questo Climate innovation fund è quello di ripulire l’aria dalla CO2. In atmosfera, infatti, vi sono duemila miliardi di tonnellate di anidride carbonica, emesse a partire dalla rivoluzione industriale ad oggi, che vanno rimosse per salvare il pianeta dal climate change, afferma Brad Smith, presidente di Microsoft.
Già applicata a partire dal 2012, la carbon tax si evolve. Se dapprima era legata alle sole emissioni dirette delle singole divisioni, che quindi si impegnavano a ridurre al minimo le emissioni per limitarne l’impatto sulla redditività, ora si applica anche alle emissioni prodotte dai clienti di microsoft attraverso l’utilizzo dei propri prodotti (un esempio è dato dalle emissioni legate alla corrente elettrica che alimenta le Xbox).
L’impronta ecologica di Microsoft e dei propri clienti ammonta a 16 milioni di tonnellate di CO2 annue. Come azzerarle? Fonti rinnovabili, uso di veicoli elettrici, DAC, sistemi informativi aziendali che misurano l’impronta ecologica e tanto altro.
L’obiettivo di Microsoft è tanto ambizioso quanto unico: non essere mai esistita. Entro il 2050, infatti, vuole trasformarsi in una società (lei e tutti i propri clienti) che non è mai esistita per il pianeta. L’obiettivo è quindi avere impronta di carbonio nulla.
A partire dal 2012 il colosso di Redmond è carbon neutral, cioè le emissioni inquinanti e le compensazioni ambientali si bilanciano perfettamente. Entro il 2030 l’obiettivo è quello di diventare carbon negative lungo tutta la supply chain.
Non stupisce affatto quindi l’annuncio di Microsoft di essersi unita alle imprese dello United Nation Business Ambition pledge for 1.5 degrees centigrade.
250 parti interessate (Enel, l’unica italiana) si sono unite. L’iimpegno è quello di inseguire e raggiungere obiettivi a tema clima più ambiziosi di quelli stabiliti negli accordi di Parigi.
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