Il mondo sta vivendo da mesi una terribile tragedia: gli incendi in Australia. Si tratta di una gravissima emergenza, che dura oramai dallo scorso autunno e che sta letteralmente distruggendo l’intero Paese.
Oggi, l’immagine dell’Australia vista dall’alto che potete osservare a inizio articolo è diventata virale e fa impressione.
In realtà, non si tratta di un’immagine satellitare ma di un rendering 3D basato sull’immagine ottenibile attraverso una serie di dati NASA. In particolare, i dati sono forniti da FIRMS (Fire Information for Resource Management System), che fa parte di NASA e fornisce dati in tempo reale (Near Real-Time – NRT) sugli incendi attivi osservati via satellite, che si aggiornano ogni 3 ore. I dati possono essere esplorati da ognuno di uno, tramite il sito ufficiale dedicato.
Per l’immagine in questione, sono stati utilizzati i dati relativi agli incendi che si sono verificati nel corso di un mese. In particolare, quello che va dal 5 dicembre 2019 al 5 gennaio 2020. Inoltre, i “puntini rossi” che rappresentano gli incendi, sono stati ingigantiti per evidenziare la gravità della situazione e per rendere l’immagine più realistica e “bella” da vedere.
In ogni caso, per ulteriori dettagli sulla questione aerospaziale vi rimandiamo all’articolo dei colleghi di Aerospace CuE disponibile a questo link.
La ricostruzione 3D non possiamo considerarla un fake per due motivi. In primis, è ottenuta con la sovrapposizione di dati reali sull’immagine satellitare. In secundis, il tutto purtroppo non è distante da quella che è la realtà, come osservabile dal video qui sopra. Stavolta, si tratta di immagini satellitari non ritoccate né modificate in alcun modo, provenienti dal satellite giapponese Himawari-8, in cui è ben visibile una rossa Australia.
Sul sito ufficiale del satellite potete trovare il video che vi abbiamo appena mostrato e lo stesso video, ma senza i confini evidenziati in giallo. Inoltre, è anche possibile visualizzare le immagini del satellite in tempo reale da questo link dedicato: Himawari-8 | Real Time.
Le temperature a Sydney sfiorano i 49° C e ad avere la peggio, al momento, sembrano essere gli animali presenti in Australia. I ricercatori della University of Sydney hanno stimato una cifra circa pari a 480 milioni di animali morti proprio a causa degli incendi, a partire dal mese di settembre. La stima è stata riportata su The Times.
La specie più colpita sembra essere quella dei Koala, della quale si contano quasi 8.000 vittime. Nonostante ciò, il Ministro dell’Ambiente Australiano non vuole sbilanciarsi e dichiara:
[bquote by=”Sussan Ley” other=”Ministro dell’Ambiente Australiano”]Ne sapremo di più quando gli incendi si saranno calmati e sarà possibile effettuare una valutazione adeguata[/bquote]
Degna di nota l’iniziativa del Port Macquarie Koala Hospital, un ospedale dedicato ai koala e situato nel Nuovo Galles del Sud, che ha raccolto oltre 1,5 milioni di dollari tramite una campagna di crowdfunding. Per saperne di più sulla questione koala, vi lasciamo all’articolo dei colleghi di Science CuE disponibile a questo link.
Anche i numeri sui terreni fanno paura, basti pensare che sono andati in fumo oltre 6 milioni di ettari in cinque Stati differenti, fino a questo momento. Inoltre, sono venute a mancare almeno 24 persone a causa degli incendi.
Al momento, la pioggia delle ultime ore sta dando un po’ di tregua agli uomini dei Vigili del Fuoco ma, stando a quello che dicono, non basterà per spegnere gli incendi in via definitiva e la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente nel corso della settimana.
Richard Flanagan ha dichiarato al New York Times:
[bquote by=”Richard Flanagan” other=”Scrittore”]L’Australia si sta suicidando ed è un suicidio climatico. La risposta a questa crisi senza precedenti non è stata difendere il Paese, ma difendere l’industria del carbone, grande sovvenzionatrice di entrambi i maggiori partiti.[/bquote]
Perché Flanagan dice questo? L’Australia è il massimo esportatore mondiale di carbone e gas. È uno dei Paesi peggiori per inquinamento pro capite ed è l’ultimo Paese in una classifica (57/57) per lotta ai cambiamenti climatici. Inoltre, sempre stando a quanto detto da Flanagan, i governi australiani non rispettano gli accordi sul clima dal 1996.
Lo scrittore accusa, in particolar modo, Clive Palmer e Rupert Murdoch. Secondo Flanagan, il primo sarebbe colpevole di aver fondato un partito con il solo scopo di tenere lontano dal governo i laburisti (che propongono interventi ecologisti), in quanto è un oligarca delle miniere del carbone. Il secondo, invece, sarebbe colpevole di propaganda negazionista climatica sul 58% della stampa australiana, controllata da egli stesso.
Infine, Richard Flanagan paragona l’attuale Australia alla URSS degli anni ’80, nel seguente modo:
[bquote by=”Richard Flanagan” other=”Scrittore”]Quando l’apparato dominante era onnipotente ma perdeva la fondamentale autorità morale per governare. Allo stesso modo, l’establishment australiano, reso folle dalle sue stesse fantasie, si trova davanti a una realtà mostruosa che non ha né la capacità né la volontà di affrontare.[/bquote]
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