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Fusione nucleare: la Cina mette il sole in una scatola

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telegraph.co.uk

Quando si parla di fusione nucleare, molti di noi pensano al progetto internazionale Iter. A riguardo, l’ultima novità è la conclusione dell’edificio esterno che ospiterà il reattore sperimentale. I più attenti sapranno, invece, che ci sono parecchi reattori tokamak in giro per il mondo. Anche in Italia, ad esempio, ENEA sviluppa progetti in tal senso.

La fusione nucleare sembra dunque il futuro. Tuttavia c’è già qualcuno che, dal futuro, ha concluso la costruzione di una centrale per la produzione di energia elettrica tramite fusione termonucleare. Siamo precisamente a Chengdu, capitale della provincia sud-occidentale di Sichuan, in Cina.

Record di fusione nucleare

A breve entrerà in funzione il reattore tokamak HL-2M. All’interno del toroide, confinato, ci si aspetta di raggiungere una temperatura di 200 milioni di gradi Celsius, formando il cosiddetto plasma. Il progetto, costato quasi un miliardo di dollari, è stato coordinato dallo SWIP (Southwestern Institute of Physics), sotto il controllo diretto del CNNC (China National Nuclear Corporation).

Il reattore HL-2M è l’upgrade del modello precedente, denominato HL-2A. E, al momento, risulta uno dei tre reattori a fusione termonucleare esistenti e funzionanti in Cina. I test sono stati conclusi. E il governo cinese è pronto ad inaugurare questo “Sun in the box“, o “Sole nella scatola“. Le operazioni di innesco della reazione, e successivo sostentamento della reazione deuterio-trizio, inizieranno nel 2020.

Questo successo è stato costruito grazie al lavoro concettuale conclusosi nel 2015, e ai progetti ingegneristici iniziati dal 2017. Solo due anni dopo, scienziati e istituti tecnici cinesi, hanno concluso uno dei reattori più potenti del mondo che sfrutta la tecnologia di fusione termonucleare. In questa prima fase la potenza sarà di 200 MW. Successivamente la potenza aumenterà fino a 1 GW.

D’altra parte la Cina ha sempre investito sulla tecnologia a fusione, sin dagli anni ’60. Più recente è la partecipazione diretta al progetto Iter di cui abbiamo parlato all’inizio. Insieme all’Unione Europea, Stati Uniti, India, Giappone, Corea del Sud e Russia.