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Dl ambiente – Meno traffico inquinante e meno plastica dal 2020

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Da alcuni giorni non si fa altro che parlare del cosiddetto Dl Ambiente o Dl Clima. Circolano, infatti, le prime misure contenute nella bozza del provvedimento “per il contrasto dei cambiamenti climatici e la promozione dell’economia verde”.

Analizziamone insieme alcuni dei punti fondamentali, dal traffico cittadino, ai prodotti sfusi, per passare dallo stop ai sussidi dannosi per l’ambiente.

Meno traffico inquinante

Il Dl Ambiente, che a breve sarà in mano al Consiglio dei Ministri, prevede un bonus fiscale fino a 2.000 euro per la rottamazione delle autovetture più inquinanti. In particolare, la legge farà riferimento ai cittadini che risiedono nelle città metropolitane più inquinate (zone interessate dalle procedure di infrazione comunitaria europea); e che rottamano autovetture fino alla classe Euro 4. Il bonus in questione sarà sotto forma di credito di imposta; e potrà essere utilizzato entro i successivi cinque anni per abbonamenti al trasporto pubblico urbano e servizi di sharing mobility (con veicoli elettrici).

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Oltre al parco auto privato, nella legge si fa diretto riferimento agli scuolabus. 10 milioni di € all’anno del Ministero dell’Ambiente saranno a disposizione delle famiglie che sceglieranno il trasporto sostenibile. In particolare con uno sconto fiscale fino a 250 € annuali.

Basta plastica

La bozza di legge definisce uno sconto del 20% su tutti i prodotti sfusi (privi quindi della confezione in plastica). A partire dal 2020, e fino a tutto il 2022, chiunque acquisti prodotti sfusi e alla spina, privi di imballaggi primari e secondari, potrà beneficiare di una riduzione del prezzo pari ad un quinto del totale. In questo modo, a detta dei ministeri competenti, si ridurrà la produzione di imballaggi in plastica per i beni alimentare e i prodotti detergenti.

Stop ai sussidi dannosi per l’ambiente

A partire dal prossimo gennaio, le spese fiscali statali dannose per l’ambiente (come indicate nel Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi) saranno ridotte del 10% almeno ogni anno, fino al naturale annullamento entro e non oltre il 2040. Le risorse economiche così recuperate, andranno direttamente in un fondo del Ministero dell’Economia per finanziare “innovazione, tecnologie e modelli di produzione e consumo sostenibili“.

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Piattaforma di contrasto ai cambiamenti climatici

Il ministro dell’Economia, il ministro delle Infrastrutture, il ministro dello Sviluppo economico, il ministro per le Politiche agricole, e non solo… presieduti dal Presidente del Consiglio, formeranno una piattaforma per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria. Tra le responsabilità principali citiamo la redazione di un Programma nazionale per il monitoraggio e la riduzione dell’inquinamento atmosferico, oltre che il monitoraggio degli investimenti sulla mobilità sostenibile e l’abbandono delle fonti fossili di produzione di energia.

Parchi come zone economiche ambientali

I parchi nazionali italiani diventeranno zone economiche “a statuto speciale”, ovvero a regime economico speciale. Le richieste relative alle attività edilizie e alle iniziative economiche e produttive presentate da cittadini ed imprese del parco, infatti, saranno esaminate da una speciale Conferenza di servizi. Per alcuni casi specifici decisi da quest’ultima, sono previsti aiuti economici: 2,5 milioni per le micro, piccole e medie imprese di rifiuti e rinnovabili, e finanziamenti fino a 30 mila euro a tasso zero per le attività produttive eco-sostenibili, fino a un massimo di 10 milioni di euro.

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Valutazione di impatto ambientale

Le valutazioni di impatto ambientale (VIA) saranno potenziate con un’analisi della coerenza dell’opera ai fini dei cambiamenti climatici nell’intero ciclo di vita, al fine di valutarne la neutralità climatica anche mediante interventi di compensazione. Inoltre viene posta maggiore attenzione “alla compatibilità della regolamentazione con le misure di protezione dell’ambiente, il progressivo ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione della biodiversità e dei mari, l’indirizzo verso un’economia circolare, il contributo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dalle nazioni unite”.