Articolo a cura Andrea FASULO
Quanti di voi si ricordano il grande scienziato siracusano Archimede?
Una delle sue geniali invenzioni, utilizzata per incendiare le navi dei romani che incalzavano su Siracusa, è oggi alla base di una delle più quotate tecnologie per la produzione di energia rinnovabile.
Questi innovativi impianti energetici permettono, grazie ad un sofisticato sistema di specchi, di deviare le radiazioni solari su un recettore di modeste dimensioni. Il ricevitore viene quindi attraversato da un fluidovettore ricco di sali di nitrato che si riscalda oltre i 550°C.
Successivamente, grazie ad un tradizionale impianto a vapore, il fluido in questione passa attraverso uno scambiatore di calore a fascio tubiero e nello step successivo il vapore compie lavoro utile in turbina. Il turboalternatore compie la trasformazione in energia elettrica e il gioco è fatto!
Tutte le varie tipologie di impianto a concentrazione si differenziano in base alla disposizione e alla geometria del concentratore (gli specchi) e del ricevitore.
Alcuni esempi sono: collettori parabolici lineari, lineari Fresnel e a disco parabolico, oltre ai famosi sistemi a torre centrale; permettendo così l’approvvigionamento a basso costo di energia per ogni disponibilità di spazio. Rivelando così sostenibilità e versatilità.
Vari sono i siti italiano adatti all’installazione di CSP, soprattutto nelle isole, in particolare: Gela in Sicilia e Assemini in Sardegna, ma anche in Calabria, Lombardia e Umbria.
Questi impianti sono in grado di soddisfare anche la richiesta notturna di energia elettrica.
Infatti, nonostante l’irraggiamento solare sia assente durante la notte, i moderni sistemi di accumulo permettono di raggiungere prestazioni più che soddisfacenti. Il fluido può mantenere le temperature all’interno dello storage oltre 16 ore.
La capacità di modulazione dell’energia raccolta (dispacciamento) è un ulteriore punto di forza della tecnologia CSP. Gli sviluppi di questa fonte energetica rinnovabile troveranno sicuramente posto nella società del futuro; non si arresta la ricerca sull’ottimizzazione topologica, dei materiali e del fluido vettore.
Gianluigi Angelantoni, presidente di Archimede Solar Energy e di Anest, sulle sorti di questa rinnovabile in Italia solleva dei dubbi. Infatti afferma “l’impossibilità di realizzare degli impianti commerciali solari termodinamici di taglia media, da 20 a 50 MW, per la mancanza di autorizzazioni e l’opposizione dei comitati locali che sono contrari a tutto”.
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