Durante Energia del Futuro 2019 i partecipanti si sono dovuti confrontare su tre tematiche correlate in diversi modi al concetto di Smart City ed innovazione energetica. Il tutto è avvenuto con la collaborazione di tre relatori che hanno presentato le loro visioni e le loro ricerche nel campo. In questo articolo abbiamo voluto raccogliere gli spunti, le esperienze e le discussioni più interessanti in relazione agli Smart Buildings. Quanto segue è a cura di Claudia Concaro, membra dell’associazione PoliENERGY.
Quando la sfida del ventunesimo secolo sembra essere diventata sprecare meno energia, è normale che i nostri sforzi più grandi siano volti a modificare quello che sentiamo più nostro, la nostra casa. In Italia, secondo i dati di Enea, circa il 40% del totale consumo di energia è destinato agli edifici; e di questa parte, il 70% è rappresentato dal residenziale.
Da cosa partire per cambiare questa situazione? Sicuramente il primo passo da fare è sensibilizzare. Discutendo tra di noi, ci siamo accorti che la maggior parte delle persone non è a conoscenza di cosa sia nello specifico l’efficienza energetica e, soprattutto, delle possibilità che ognuno di noi ha per raggiungere risultati soddisfacenti. Spesso, i problemi in ambito tecnologico vengono presentati in maniera troppo tecnica, diventando impenetrabili per il “cittadino medio”. Al contrario, riguardando tutti, dovrebbero essere posti in modo semplice e diretto.
Ovviamente, molto cambia se si è proprietari di una casa propria o se si sta decidendo di costruirne una da zero. Se si vuole ammodernare la casa in cui si abita, la risposta sembra essere quella di renderla smart. Come spiegato dal Prof. Capozzoli del Politecnico di Torino: l’obiettivo diventa quello di rendere l’edificio sempre più flessibile. In questo modo gli Smart Buildings si possono adeguare a tre fattori principali: le condizioni meteorologiche, il comportamento degli abitanti e le necessità della rete. Per fare questo, alcune idee potrebbero essere:
Se, invece, si sta parlando di costruire Smart Buildings da zero, come spiegato dall’Arch. Roatta, è necessario trovare un equilibrio tra tecnologia e comfort, rendendo il più facile possibile l’interazione dell’abitante con le tecnologie che regolano gli impianti. L’obiettivo diventa quello di costruire abitazioni che siano ben isolate. Il passo successivo dovrebbe essere quello di rendere la casa sostenibile. Magari inserendola in un complesso verde (parco o giardino cittadino); dando, così, maggior rilievo alla natura che non trova grande spazio nelle città al momento.
Ovviamente, a capo di questa trasformazione dovrebbe esserci una normativa che sia in grado di regolamentare l’utilizzo dei dati: tutelando la privacy dei cittadini e incentivando la ristrutturazione degli edifici attuali. In conclusione, è emersa anche l’idea di istituire un ente pubblico che si occupi, a livello provinciale o comunale, di sensibilizzare i cittadini e di studiare soluzioni ad hoc per ogni abitazione tramite servizi di consulenza gratuita.
Qui potete trovare i link all’articolo riguardante la discussione sull’Energy Management e sulle comunità energetiche.
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