Stop all’insalata in busta: l’UE vieta le confezioni monouso
L’insalata in busta potrebbe presto sparire dagli scaffali dei supermercati. L’Unione Europea infatti vuole vietare l’utilizzo di confezioni monouso per i prodotti alimentari. Tutti i settori agroalimentari degli Stati membri sono stati scossi da questa recente notizia. La proposta è concepita per ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi di plastica.
Imballaggi di plastica e impatto ambientale
Gli imballaggi di plastica hanno un impatto ambientale significativo in quanto possono causare l’inquinamento del suolo, dell’aria e dell’acqua. In particolare, le buste di plastica monouso sono tra i rifiuti più comuni trovati negli ambienti naturali e negli oceani. Qui si accumulano e possono danneggiare la vita marina e la catena alimentare.
Inoltre, la produzione di plastica richiede l’utilizzo di petrolio e gas naturale, risorse non rinnovabili che contribuiscono all’accumulo di gas serra nell’atmosfera e al cambiamento climatico. Infine, il riciclaggio della plastica può essere problematico a causa della sua scarsa biodegradabilità e della difficoltà di separare i diversi tipi di plastica. Ciò significa che una grande quantità di plastica finisce in discarica, dove può impiegare centinaia di anni per degradarsi.
Insalata in busta: il nuovo Regolamento europeo
La Commissione Europea ha proposto un regolamento per l’eliminazione delle confezioni monouso per la frutta e la verdura di peso inferiore a 1,5 chilogrammi. Tra i prodotti coinvolti ci sono l’insalata in busta, i cestini di fragole e le reti di arance e pomodorini. Tali imballaggi sono considerati superflui e inutili e la loro eliminazione è mirata a ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale. Per questo, tutti i prodotti alimentari conservati in buste di plastica non riutilizzabili sono destinati a essere vietati presto in Europa.
Cosa prevede la nuova proposta europea?
La misura interessa tutti gli stati membri dell’Unione europea e mira a ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi monouso in plastica e a promuovere l’economia circolare. La proposta prevede che tutti gli imballaggi siano obbligatoriamente riciclabili entro il 2030 e riciclabili su larga scala entro il 2035. Alcuni formati di imballaggi monouso, come quelli utilizzati per l’insalata in busta, le fragole, i pomodorini e le arance in rete, saranno quindi vietati.
Il Regolamento proposto dall’Unione Europea intende aggiornare la normativa esistente in materia di imballaggi e rifiuti. L’obiettivo è quello di prevenire la produzione di rifiuti, promuovere il riciclaggio di alta qualità e ridurre l’utilizzo di risorse naturali. Questo implica il divieto di sovraimballaggi di plastica per bevande in lattina, confezioni monouso per frutta e verdura fresca, mini formati di prodotti come sapone e shampoo negli hotel e bustine di condimento.
Inoltre, le imprese dovranno adottare obiettivi specifici entro il 2030 e il 2040, tra cui vendere il 20% delle bevande fredde e calde in contenitori riutilizzabili e adottare il refilling per il 10% dei prodotti di birra al dettaglio entro la fine del decennio. Ci saranno anche obiettivi specifici per le consegne nell’e-commerce, con il 10% degli imballaggi utilizzati che dovrà essere riutilizzabile entro il 2030.
Stop all’insalata in busta: quali conseguenze?
La Confederazione italiana Coldiretti ha lanciato l’allarme durante l’evento Tuttofood di Milano riguardo alla possibile eliminazione di imballaggi monouso nell’ambito ortofrutticolo. Tra i principali prodotti coinvolti troviamo anche l’insalata in busta, secondo il testo attuale del Regolamento europeo. La proposta non è stata accolta con entusiamo. Questa scelta infatti potrebbe portare ad aumenti di costi per i consumatori e i produttori, nonché a problemi igienico-sanitari, di conservazione e sprechi. Coldiretti teme anche una diminuzione del consumo di frutta e verdura, in quanto gli imballaggi monouso sono diventati parte delle abitudini degli italiani.
Il destino degli imballaggi monouso
Secondo Coldiretti, la presenza di prodotti a rischio nel mercato degli imballaggi monouso di frutta e verdura fresche è già diminuita del 10% per gli ortaggi e dell’8% per la frutta nel 2022. Questa situazione rappresenterebbe un impatto pericoloso sulla salute. La nuova proposta europea sembrerebbe condannare il mercato degli imballaggi monouso di frutta e verdura fresche. Infatti, attualmente solo il 16,8% degli italiani ha consumato frutta e verdura almeno quattro volte al giorno. Questi dati registrano una forte diminuzione rispetto al periodo 2015-2018, quando la percentuale era più alta e raggiungeva il 20%.