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Una “rete” di sensori: l’idea di Ribes Tech

Categorie Innovazioni
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Vi abbiamo già raccontato del concorso Next Energy e delle start up in gioco. Oggi vi parliamo di una delle idee vincitrici del concorso. La start up selezionata è Ribes Tech ed abbiamo intervistato per voi Nicola Piva, uno dei ricercatori del gruppo.

Da dove nasce Ribes Tech e quali obiettivi si prefigge?

Ribes Tech è una start up innovativa costituita a Marzo 2016 che nasce da una collaborazione iniziata sei anni fa tra OMET e il “Center for Nano Science and Technology” dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Milano. Da questo incontro è iniziato un percorso comune volto a combinare le competenze tecnologiche nel mondo della stampa di OMET, aziende di Lecco leader nella produzione di macchine rotative, con il mondo delle nanotecnologie in modo da poter realizzare dispositivi elettronici tramite la deposizione per stampa di inchiostri speciali, “nanotecnologici” se così vogliamo chiamarli.

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ribestech.it

L’idea con cui avete partecipato al concorso Next Energy riguarda la sensoristica. In cosa consiste il progetto? Quali vantaggi si possono trarre dalla diffusione di questi sensori nella rete elettrica?

L’idea consiste nell’ampliare le funzionalità della rete di Terna. La rete elettrica che ad oggi gestisce è diffusa in modo capillare sull’intero territorio italiano e conta all’incirca 72’000 km di linee sostenute da 200’000 tralicci. Installando su ciascuno di questi tralicci dei sensori sarebbe possibile raccogliere dati geo-localizzati su scala nazionale.

Che genere di dati verrebbero raccolti?

Raccogliere dati sulla stabilità e sull’usura del traliccio potrebbe ad esempio permettere a Terna di andare ad intervenire in modo mirato, passando da un approccio di manutenzione preventiva ad un approccio predittivo, contenendo così i costi di manutenzione della rete. Altri tipi di dati che abbiamo proposto a Terna di raccogliere riguardano ad esempio l’inquinamento o il dissesto idrogeologico del territorio. Abbiamo immaginato quindi una rete che, oltre a svolgere la sua “classica” funzione di distribuzione, offra un servizio alle comunità locali raccogliendo dati di primo interesse per i cittadini.

Ribes Tech si occupa anche di “stampare” pannelli fotovoltaici su materiale plastico. In che modo e con quali vantaggi questa tecnologia può essere applicata in ambito sensoristico?

Molti dei concorrenti hanno infatti partecipato proponendo idee di alto livello simili alla nostra. Ciò che Ribes Tech ha allegato all’idea è una soluzione al principale problema di queste reti di sensori: come alimentarle? Nonostante le linee dei tralicci trasportino proprio energia elettrica, l’alta tensione non può essere utilizzata per alimentare dispositivi elettronici di questo tipo ed è tanto meno impensabile far uscire una squadra di operai che ogni anno scali il traliccio per cambiare le batterie dei sensori, i costi sarebbero esorbitanti. Le pellicole fotovoltaiche sviluppate da Ribes Tech possono dare risposta a questo problema: accoppiando alla batteria un pannello fotovoltaico, in grado di ricaricarla nelle ore di luce, è infatti possibile allungare la vita di questi sistemi e renderli energeticamente indipendenti.

Perché l’impiego di una pellicola fotovoltaica?

Per alcuni motivi che rendono il nostro pannello unico: è un pannello fotovoltaico flessibile e quindi adattabile a qualsiasi superficie. Essendo ottenuto da un foglio di plastica, è ultra leggero quindi con zero impatto sulla stabilità del traliccio. Inoltre, è semplice da installare, potete immaginarlo come una specie di “cerotto” fotovoltaico: si scala il traliccio e lo si appiccica su una qualsiasi superficie disponibile.

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Cosa ha rappresentato l’esperienza di Next Energy per la vostra start up?

Next Energy è stata una bella prova per noi, ci ha dato occasione di confrontarci con altri concorrenti di alto livello e di conoscere start up con cui ci piacerebbe collaborare nel prossimo futuro. Fra la prima fase di selezione del concorso e la seconda gli organizzatori Polihub, Fondazione Cariplo e Terna hanno messo a disposizione dei concorrenti un team di esperti che ci ha guidato aiutandoci ad affinare e migliorare la nostra proposta a Terna. Una gran bella esperienza.

Quali sono i progetti per il futuro?

Al momento abbiamo varie collaborazioni attive con diverse aziende interessate ad integrare le nostre pellicole fotovoltaiche nei loro prodotti. Alcune di queste, come la collaborazione con ST Microelectronics, ha già dato alla luce a dei prototipi. Vogliamo impiantare al più presto una linea di produzione più grande della linea pilota della quale disponiamo al momento, in modo da poter ampliare la nostra capacità produttiva e portare questi prototipi al più presto sul mercato.

Il team

Antonio Iacchetti – Consegue nel 2013 il Dottorato di ricerca in Elettronica presso il Politecnico di Milano. Prosegue la sua carriera come ricercatore associato presso il Center of Nano Science and Technology di Milano lavorando allo sviluppo di nuove strutture per il fotovoltaico organico. Nel Marzo 2016, fondata la startup Ribes Tech, ne diventa amministratore.

Michele Garbugli – Consegue nel 2011 il Dottorato di Ricerca in Fisica presso il Politecnico di Milano. Prosegue la carriera come ricercatore associato presso il Center of Nano Science and Technology di Milano lavorando allo sviluppo di tecniche di stampa per il fotovoltaico organico. Da Marzo 2016, fondata la startup, ricopre il ruolo di responsabile tecnico per Ribes Tech.

Nicola Piva – Laureato in Ingegneria Fisica presso il Politecnico di Milano, inizia la sua carriera presso il Center of Nano Science and Technology di Milano come ricercatore lavorando allo sviluppo di metodi di caratterizzazione per il fotovoltaico organico. Da Marzo 2016 , fondata la startup, si occupa di ricerca e sviluppo per Ribes Tech.

Simona Ferrulli – Laureata in Ingegneria dei Materiali presso il Politecnico di Milano, inizia la sua carriera come ricercatrice presso il Distretto Tecnologico Aereospaziale di Brindisi lavorando a metodologie avanzate di controllo dei processi produttivi di strutture complesse in composito. Da Gennaio 2017 entra a far parte del team ricerca e sviluppo di Ribes Tech.

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