Nord Stream, scoperta la quarta perdita dal gasdotto
La Guarda Costiera svedese ha individuato una nuova fuga di gas dalle condutture del gasdotto Nord Stream. Si tratta della quarta falla rilevata nel Nord Stream 1 e 2. Due delle perdite sono nell’area danese del mar Baltico, mentre le altre due nella parte svedese. La polizia svedese sta attualmente indagando sulle fughe di gas, ipotizzando un sabotaggio da parte di una potenza straniera.
Le perdite di gas del Nord Stream
Il gasdotto Nord Stream, che trasporta il gas russo dalla Siberia all’Europa continentale, è stato oggetto di un altro sabotaggio. Secondo il quotidiano svedese Aftonbladet la quarta perdita di gas individuata ha origine dal Nord Stream 2 e si trova tra le altre due fughe sul Nord Stream 1. La falla è in corrispondenza della costa meridionale svedese ed è stata rilevata dalla guardia costiera che ha rifierito di avere un’imbarcazione sul posto.
Le quattro perdite sono tutte localizzate in acque internazionali, di cui due nella zona economica della Svezia e le altre due in quella della Danimarca. Secondo i governi di entrambe le nazioni le falle sono dovute ad azioni deliberate, come dichiarato anche dalla Nato in una nota sottoscritta da Svezia e Finlandia. L’Unione Europea ha assicurato una risposta decisiva a qualsiasi interruzione intenzionale del gasdotto.
Il danneggiamento del gasdotto
I gasdotti Nord Stream 1 e 2 sono entrambi attualmente danneggiati. Il Nord Stream 1 non è attualmente operativo da agosto a causa del blocco da parte della Russia, mentre l’altro non è ancora entrato in funzione. La guardia costiera spiega che le perdite sul lato svedese sono vicine tra loro e stanno causando la formazione di bolle di centinaia di metri in superficie. Al momento quindi non è possibile ispezionare l’infrastruttura.
Secondo gli esperti è improbabile che un gasdotto possa subire una rottura, per cui si ipotizza un danno intenzionale, ma non è chiaro chi sia il responsabile. Al momento circolano diverse ipotesi. L’esplosione potrebbe essersi verificata a causa del colpo di un sommergibile, di cariche di tritolo oppure di un drone marino. La Russia ha aperto un’inchiesta per terrorismo internazionale e ha chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, prevista per venerdì.
Le accuse per le esplosioni nel Nord Stream
Prima del rilevamento delle perdite, nel gasdotto Nord Stream si erano registrate delle esplosioni. La prima segnalata dai sismologi risale a lunedì nel sud-est dell’isola di Bornholm. La seconda, di maggiore intensità, è stata rilevata dalle stazioni sismiche di Danimarca, Finlandia e Norvegia. Secondo alcuni funzionari europei è probabile che la Russia sia le responsabile di queste esplosioni.
Infatti, la Russia beneficia dell’aumento dei prezzi dell’energia e della crisi economica ed energetica che sta affliggendo l’Europa. Al momento però non ci sono conferme e in generale si cerca di mantenere un clima di calma e prudenza fino a quando non saranno concluse le indagini. Molti paesi europei tuttavia stanno puntando il dito contro la Russia. Il presidente ucraino Zelensky lunedì 26 settembre ha pubblicato un messaggio su Twitter :
La fuga di gas dal Nord Stream 1 non è altro che un attacco terroristico pianificato dalla Russia e un atto di aggressione nei confronti dell’UE.
La Russia ha respinto l’accusa puntando il dito contro gli Stati Uniti, sostenendo che le società americane hanno beneficiato economicamente dello alle forniture dalla Russia. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli USA, Adrienne Watson, ha replicato:
Sappiamo bene che la Russia ha una lunga storia di diffusione di disinformazioni e lo sta facendo anche ora.
Le conseguenze per l’energia
L’attacco al gasdotto Nord Stream genera ulteriore insicurezza sui mercati dell’energia, contribuendo ad un’ulteriore crescita del prezzo del gas in Europa. Inoltre la Germania sostiene che dopo le esplosioni i Nord Stream 1 e 2 rimangano fuori uso in modo permanente. Se così fosse, secondo alcune ipotesi è possibile che l’intento della Russia sia quello di spostare il mercato del gas fuori dall’Unione Europea.
I danni riportati impediscono per un tempo indefinito gli approvvigionamenti attraverso il Mar Baltico. Il rischio peggiore è per la Germania, che prima dell’interruzione di agosto del flusso dal Nord Stream 1, importava quasi tutto il gas consumato attraverso questa infrastruttura. La preoccupazione attuale riguarda la sicurezza delle infrastrutture europee. Inoltre, la perdita di metano sta facendo aumentare le concentrazioni di gas serra nelle zone colpite.