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Copernicus: il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato

Nel 2023, la Terra ha assistito a un fenomeno climatico senza precedenti. Secondo il Copernicus Climate Change Service (C3S), il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, superando di gran lunga il precedente record del 2016, con temperature vicine al limite di 1.5 °C stabilito dall’Accordo di Parigi. Questo articolo esplora le cause e le implicazioni di questo aumento di temperatura, attingendo ai dati del servizio ERA5 e alle osservazioni degli esperti.

Copernicus dichiara che il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato: il picco delle temperature globali

Il 2023 ha segnato un punto di svolta nella storia climatica mondiale segando tanti ricord negativi:

  • Aumento della temperatura media globale: La temperatura media globale ha raggiunto i 14.98°C, superando di 0.17°C il record del 2016.
  • Aumento rispetto all’era preindustriale: Le temperature si sono alzate di 0.60°C rispetto alla media 1991-2020, e di 1.48°C rispetto ai livelli preindustriali.
  • Un anno di estremi: Ogni mese da giugno a dicembre 2023 è stato più caldo rispetto agli stessi mesi negli anni precedenti, con luglio e agosto che hanno stabilito nuovi record.

Nel 2023, la Terra ha vissuto un anno di calore senza precedenti, stabilendo un nuovo record come l’anno più caldo da quando sono iniziate le registrazioni delle temperature globali nel 1850. La temperatura media globale ha raggiunto i 14.98°C, superando di 0.17°C il record precedente stabilito nel 2016. Questo aumento significativo ha portato il 2023 a essere 0.60°C più caldo della media del periodo 1991-2020 e 1.48°C al di sopra dei livelli preindustriali del 1850-1900.

Un fatto notevole è che ogni giorno del 2023 ha superato di 1°C il livello preindustriale, con circa la metà dei giorni che hanno superato i 1.5°C e due giorni eccezionali a novembre con un aumento di oltre 2°C. Oltre a ciò, i mesi da giugno a dicembre del 2023 sono stati i più caldi registrati per ciascun mese corrispondente, con luglio e agosto che hanno stabilito il record come i mesi più caldi in assoluto.

Anche l’estate boreale è stata la più calda mai registrata. Settembre 2023 ha segnato il record per la più grande deviazione di temperatura rispetto alla media del 1991-2020 nel dataset ERA5, e dicembre è stato il dicembre più caldo a livello globale, con una temperatura media di 13.51°C, notevolmente al di sopra delle medie storiche. Questi dati, che sottolineano un aumento sostanziale e continuo delle temperature globali, segnalano l’importanza crescente di intraprendere azioni decise per affrontare il cambiamento climatico.

L’Accordo di Parigi

L’Accordo di Parigi è un trattato internazionale vincolante sulla questione dei cambiamenti climatici. È stato adottato da 196 Parti alla Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP21) a Parigi, in Francia, il 12 dicembre 2015, ed è entrato in vigore il 4 novembre 2016. Il suo obiettivo principale è quello di mantenere “l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C sopra i livelli preindustriali” e perseguire sforzi “per limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C sopra i livelli preindustriali”.

Tuttavia, negli ultimi anni, i leader mondiali hanno sottolineato la necessità di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C entro la fine di questo secolo. Questo perché il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite indica che superare la soglia di 1,5°C comporta il rischio di scatenare impatti dei cambiamenti climatici molto più gravi, tra cui siccità, ondate di calore e precipitazioni più frequenti e gravi.

Per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, le emissioni di gas serra devono raggiungere il loro picco entro il 2025 al più tardi e diminuire del 43% entro il 2030. L’Accordo di Parigi rappresenta una pietra miliare nel processo multilaterale sui cambiamenti climatici perché, per la prima volta, un accordo vincolante coinvolge tutte le nazioni nel combattere i cambiamenti climatici e adattarsi ai suoi effetti.

Raggiungere questo limite di 1,5°C di riscaldamento globale può sembrare una realtà molto lontana, ma potrebbe essere più vicina di quanto si pensi. Gli esperti sugeriscono che è probabile che ciò avvenga tra il 2030 e i primi anni del 2050. Come affermato sul sito di Copernicus, nel 2023 ci siamo avvicinati a questo limite.

Il ruolo dei mari nel cambiamento climatico

Nel 2023, abbiamo assistito a un fenomeno preoccupante per quanto riguardano le temperature superficiali dei mari a livello globale. Queste hanno raggiunto livelli insolitamente alti, contribuendo in modo significativo al riscaldamento globale. Un cambiamento di rilievo è stata la transizione da La Niña a El Niño, che ha avuto un impatto marcato sui modelli climatici in tutto il mondo.

Questo cambiamento ha portato a ondate di calore marine estese, particolarmente evidenti in regioni come il Mediterraneo e l’Atlantico Nord. Questi eventi non solo segnalano variazioni significative nei modelli climatici, ma sottolineano anche l’urgente necessità di comprendere e mitigare gli impatti del cambiamento climatico sui nostri oceani.

Copernicus dichiara che il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato: l’Europa e il clima

Nel contesto del cambiamento climatico, l’Europa ha affrontato un 2023 eccezionalmente caldo, classificandosi come il secondo anno più caldo nella storia registrata del continente. Le temperature hanno superato la media in 11 dei 12 mesi, evidenziando una tendenza al riscaldamento persistente.

In particolare, l’estate europea del 2023 si è posizionata come la quinta più calda mai registrata, seguita da un autunno che ha raggiunto il secondo posto tra gli autunni più caldi. Questi periodi di temperature elevate sottolineano l’inarrestabile impatto del cambiamento climatico sull’Europa, con conseguenze significative per l’ambiente, l’economia e la società.

Altri fatti salienti

Nel 2023, si sono verificati due sviluppi climatici allarmanti che sottolineano l’accelerazione del cambiamento climatico. Primo, il ghiaccio marino antartico ha raggiunto livelli minimi record, un indicatore chiaro degli effetti del riscaldamento globale nelle regioni polari. Questo fenomeno non solo ha implicazioni dirette sull’ecosistema antartico, ma influisce anche sul livello globale del mare e sui modelli climatici.

Secondo, le concentrazioni atmosferiche di gas serra, in particolare di CO2 e metano, hanno continuato a crescere, raggiungendo i livelli più alti mai registrati. Questo aumento costante intensifica l’effetto serra, accelerando ulteriormente il riscaldamento globale e sottolineando l’urgente necessità di azioni efficaci per ridurre le emissioni di gas serra.

Copernicus dichiara che il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato: commenti degli esperti

Mauro Facchini, Capo dell’Osservazione della Terra della Commissione Europea, e altri esperti hanno espresso preoccupazione per i dati del 2023, sottolineando l’urgenza di azioni per ridurre le emissioni e rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Un campanello d’allarme

Il 2023 ha stabilito un precedente allarmante per il futuro del nostro pianeta. Sebbene non si sia ancora superato il limite stabilito dall’Accordo di Parigi, l’aumento delle temperature e le sue conseguenze rappresentano un chiaro segnale che è necessario agire con urgenza per combattere il cambiamento climatico.