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Acqua, “smettete di comprare bottiglie e bere quella del rubinetto, va bene solo quella del mare”: passato il ‘decreto’ | Da oggi o fate così o vi tolgono pure la casa

Acqua e mare (Depositphotos foto)

Acqua e mare (Depositphotos foto) - www.energycue.it

Una nuova tecnologia promette di trasformare il modo in cui produciamo energia pulita e otteniamo acqua potabile, aprendo scenari inediti.

Negli ultimi tempi, appena si parla di acqua o energia, l’attenzione si alza subito. Soprattutto quando si accenna alla scarsità delle risorse o al fatto che tutto sta diventando sempre più caro e complicato da ottenere.

Ecco perché, ogni volta che salta fuori qualcosa di nuovo, la curiosità si accende. E anche un pizzico di preoccupazione. Stiamo vivendo un momento dove tecnologia e ambiente si rincorrono, si scontrano e – a volte – riescono a trovare un equilibrio.

L’idea che si possa vivere in modo più “leggero” sul pianeta non è più solo un sogno. È un obiettivo reale. Ma adesso, con quello che sta succedendo, sembra che qualcuno voglia anche cambiare le regole del gioco.

Non parliamo solo di ecologisti o ricercatori appassionati. Qui si inizia a sfiorare l’ambito delle politiche pubbliche, delle decisioni che – se dovessero prendere piede – potrebbero coinvolgere direttamente chiunque. Anche chi, finora, ha pensato di potersene fregare un po’.

Tra innovazione ed esagerazione

Ecco, allora, che l’idea di bere acqua “del mare” comincia a non sembrare più così assurda. Anzi. C’è chi inizia a chiedersi se sarà obbligatorio farlo. Perché se una nuova tecnologia è così efficiente e autosufficiente… che senso ha continuare a usare le vecchie, costose (e inquinanti) alternative?

Si tratta di un’esagerazione? Forse, anzi sicuramente. Ma intanto il pensiero non è campato in aria perché la tecnologia c’è, funziona, e risolve un sacco di problemi. Ma cosa si cela davvero dietro a questa possibile rivoluzione?

L'innovativo dispositivo (Cornell Chronicle foto)
L’innovativo dispositivo (Cornell Chronicle foto) – www.energycue.it

Un grande passo avanti

Tutto è partito con un annuncio che ha fatto parecchio rumore. A marzo 2025, un team congiunto del MIT e della Cornell University ha presentato un’invenzione chiamata HSD-WE. Il nome completo è Hybrid Solar Distillation – Water Electrolysis, e già da lì si capisce che c’è dentro di tutto. E infatti: pannello fotovoltaico, distillatore termico ed elettrolizzatore, tutti integrati in un unico dispositivo grande quanto, più o meno, un tavolo da campeggio. La cosa più assurda? Funziona senza bisogno di alcuna infrastruttura. Niente corrente, niente tubature, niente impianti da milioni. Basta sole e acqua di mare.

Con una semplice esposizione al sole, il sistema è in grado di produrre, nell’arco di un’ora, quasi 36 litri di idrogeno verde e più di un litro d’acqua potabile. Non sono numeri sparati a caso: parliamo di una delle efficienze più alte mai registrate per sistemi del genere, con un rendimento solare-idrogeno che arriva al 12,6%. Una percentuale che mette in ombra molte delle tecnologie precedenti. E non finisce qui. Il sistema è completamente passivo: niente pompe, niente batterie, zero manutenzione complicata. È progettato per funzionare ovunque, dai deserti alle isole più isolate. Può essere piazzato in un villaggio sperduto o nel giardino di casa, e fa il suo lavoro in silenzio, senza che nessuno debba toccare nulla. Ovviamente nessuno sarà costretto a bere acqua di mare (che è pericolosissimo), ma questa invenzione farà risparmiare tutti.