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Addio banche in Italia: decisione ufficiale, chiudono tutti gli sportelli | Entro questa data toccherà anche alla tua

Donna sconvolta al bancomat

Banche, la chiusura è imminente e la crisi vicina (Canva Foto) - www.energycue.it

C’è un’Italia che cambia silenziosamente. Non fa rumore, ma si trasforma ogni giorno, centimetro dopo centimetro.

È l’Italia dei piccoli gesti che non si possono più fare, delle abitudini che scompaiono, dei luoghi che improvvisamente sembrano più lontani. Non perché siano cambiati fisicamente, ma perché qualcosa – o qualcuno – ha smesso di esserci.

Nel tempo della connessione continua, paradossalmente, c’è chi si sente più scollegato. In un mondo dove tutto è a portata di clic, molte persone si ritrovano a fare i conti con distanze nuove, meno misurabili, ma molto più concrete. Una distanza fatta di codici, PIN, app, identità digitali. Una barriera invisibile che separa chi può, da chi semplicemente… non può.

Anche il concetto di prossimità sta cambiando. Ciò che una volta si trovava sotto casa – un volto familiare, una stretta di mano, un aiuto in carne e ossa – oggi rischia di dissolversi dietro a uno schermo. Per chi vive in un piccolo comune, o in una zona interna, la scomparsa di questi punti di riferimento non è solo una questione di comodità: è una questione di identità.

E intanto, pezzo dopo pezzo, si sgretola qualcosa. Nessun crollo improvviso, nessun colpo di scena. Solo una lenta sottrazione che, alla fine, lascia il vuoto.

Un segnale che parla chiaro

Nel solo 2024, in Toscana hanno abbassato le serrande 42 sportelli bancari. Un numero che di per sé dice molto, ma è ancora più eloquente se si guarda al lungo periodo: rispetto al 2015, gli sportelli attivi nella regione sono diminuiti del 35%. A pagare il prezzo più alto sono le province più piccole, quelle dove già il servizio era più raro e prezioso: Prato, Massa Carrara, Pistoia.

A Londa e Sambuca Pistoiese, dal 2024, non c’è più una filiale bancaria. Zero. Per i residenti, questo significa prendere l’auto – sempre che la si abbia – e percorrere chilometri per compiere operazioni che, un tempo, richiedevano solo una passeggiata. E per chi non ha dimestichezza con il digitale, il rischio è quello di finire ai margini. Non solo della rete, ma della società.

Donna anziana al bancomat
Banche,la chiusura delle filiali porta crisi nei paesi italiani (Canva Foto) – www.energycue.it

Una rivoluzione che corre (forse troppo)

Dietro questa ritirata silenziosa si muove una trasformazione profonda: fusioni tra banche, razionalizzazione dei costi, investimenti massicci nella digitalizzazione. Si chiama “Risiko bancario”, ma non è un gioco. È una partita complessa che sta ridisegnando l’intero panorama del credito in Italia. E che rischia di lasciare fuori chi non ha gli strumenti per stare al passo.

La corsa all’online ha i suoi vantaggi, certo. Ma lascia scoperti molti lati fragili. I sindacati lanciano l’allarme: senza un intervento serio per colmare il divario digitale, le nuove tecnologie diventeranno un ostacolo invece che un’opportunità. E in questo scenario, le frodi e le truffe digitali crescono, proprio dove la consapevolezza è più bassa. La sfida, oggi, non è solo tecnologica: è prima di tutto culturale e sociale.