L’e-commerce ha rivoluzionato il nostro modo di acquistare, offrendo una comodità senza precedenti e una scelta vastissima di prodotti a portata di clic. Parallelamente, la crescente attenzione alla sostenibilità ha acceso un dibattito: il commercio elettronico, con le sue spedizioni, i suoi imballaggi e i suoi data center, è davvero più amico dell’ambiente rispetto al tradizionale negozio sotto casa?
La risposta, come spesso accade quando si parla di questioni complesse, non è univoca. Andiamo quindi ad analizzare i pro e i contro di entrambe le modalità di acquisto, basandosi su dati, ricerche e considerazioni ponderate.
Il dibattito sulla sostenibilità del commercio elettronico è stato recentemente rinfocolato da uno studio condotto da Netcomm, il Consorzio del commercio digitale italiano, in collaborazione con il Politecnico di Milano. I risultati, a prima vista sorprendenti, indicano una riduzione dell’impatto ambientale dell’e-commerce pari al 75% rispetto ai negozi fisici.
Un altro studio, realizzato dalla società di consulenza Oliver Wyman, conferma questa tendenza mostrando come in media lo shopping online generi meno emissioni di CO2e rispetto a quello offline. Anche settori apparentemente distanti come quello del gioco d’azzardo sembrano seguire questa scia, con i comparatori che promuovono sempre con maggiore successo i casinò online a danno di quelli fisici, grazie a un consumo energetico nettamente minore.
Tuttavia, un’analisi più attenta rivela la necessità di maneggiare con cura questi dati. Lo studio Netcomm/Politecnico, ad esempio, si concentra esclusivamente sulla fase di consegna dell'”ultimo miglio”, tralasciando altri aspetti cruciali del ciclo di vita del prodotto. Inoltre, il modello utilizzato non è un Life Cycle Assessment (LCA) standard, il che rende difficile il confronto con altre ricerche.
Un altro vulnus è rappresentato dall’esclusione dei grandi retailer internazionali, come Amazon, e da alcune semplificazioni metodologiche che sollevano perplessità. Anche lo studio Oliver Wyman, pur presentando dati interessanti, pecca di una certa opacità per quanto riguarda i dettagli metodologici.
L’e-commerce, pur vantando una facciata apparentemente più green, cela in realtà alcuni costi ambientali significativi:
Nonostante le criticità, l’e-commerce presenta anche vantaggi ambientali non indifferenti:
La transizione verso un commercio più sostenibile, sia esso online o tradizionale, richiede la collaborazione di aziende, consumatori e istituzioni. Le aziende, in particolare, hanno il dovere di adottare pratiche più virtuose, che spaziano dall’investimento in imballaggi riciclabili all’ottimizzazione della logistica, passando per l’implementazione di politiche di gestione dei resi più responsabili. L’utilizzo di data center efficienti dal punto di vista energetico, la scelta di criptovalute sostenibili e il supporto a progetti di compensazione delle emissioni di carbonio rappresentano ulteriori tasselli di questo mosaico.
Parallelamente, i consumatori possono plasmare il futuro del commercio attraverso scelte di acquisto più consapevoli. Evitare acquisti impulsivi e resi superflui, privilegiare consegne meno urgenti e informarsi sulle politiche di sostenibilità dei retailer sono gesti che, moltiplicati per milioni di persone, possono generare un impatto significativo.
Le istituzioni hanno il compito cruciale di promuovere politiche e normative che incentivino la sostenibilità nel commercio. Le leggi sulla distruzione dei resi, già adottate in alcuni Paesi europei, rappresentano un esempio di come la legislazione possa orientare il mercato verso pratiche più rispettose dell’ambiente.
In definitiva il confronto tra e-commerce e commercio tradizionale in termini di sostenibilità è lungi dall’essere risolto. Non esiste una risposta univoca, ma piuttosto un caleidoscopio di fattori da considerare. Un approccio olistico, che tenga conto dell’intero ciclo di vita del prodotto e delle specificità di ogni settore, è fondamentale per valutare l’impatto ambientale reale di entrambe le modalità di acquisto.
La sfida per il futuro è quella di rendere il commercio, in tutte le sue forme, sempre più rispettoso del pianeta, attraverso l’impegno congiunto di aziende, consumatori e istituzioni. Un futuro dove la comodità dell’acquisto online e la familiarità del negozio sotto casa possano coesistere in armonia con l’ambiente.
Le piattaforme offshore sono strutture progettate per operare in mare aperto, resistendo alle onde, alle…
Purtroppo siamo davanti ad una vera e propria truffa, e in prossimità di Pasqua. Purtroppo…
C’è un’Italia che cambia silenziosamente. Non fa rumore, ma si trasforma ogni giorno, centimetro dopo…
E' in arrivo l'assegno unico, e sarà una vera e propria sorpresa pasquale. Potrai spendere…
Questo test è molto interessante e non è assolutamente scontato. Riesci a capire dove sono…
Ormai sembra cosa fatta, sembra che non ci sarà più l'obbligo di precedenza. Ma cos'è…