Hai iniziato a lavorare negli anni 90? Allora puoi già andare in pensione: è la notizia più bella che potevi sentire

Pensione, ecco come funziona per queste categorie (Freepik Foto) - www.energycue.it
Nel corso della vita lavorativa, capita di affrontare momenti di incertezza, cambi di rotta.
O magari, a volte, si vivono semplicemente periodi in cui si lavora meno, che sia per scelta o per necessità. La libertà di scelta è importante e anche la flessibilità, ma non sempre questo risulta economicamente conveniente.
Non tutti i percorsi professionali sono lineari: ci sono storie fatte di pause, contratti brevi, part-time e opportunità prese al volo. Chi ha vissuto queste esperienze può arrivare a un certo punto e chiedersi: ho fatto abbastanza? I miei anni di lavoro valgono quanto quelli degli altri?
Fortunatamente, esistono regole che tengono conto proprio di queste situazioni, offrendo soluzioni inaspettate ma perfettamente legittime, garantendo un minimo di certezza a chi magari, nella vita lavorativa, ne ha avuta poca.
C’è una possibilità che non tutti conoscono
Chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 può accedere a una speciale deroga che permette di andare in pensione a 67 anni con soli 15 anni di contributi. Si tratta di una delle cosiddette deroghe Amato, introdotte dalla legge del 1992.
La terza deroga Amato, ancora attiva e utilizzata, è pensata per chi ha avuto una carriera discontinua: è sufficiente aver versato almeno un contributo entro il 31 dicembre 1995, avere un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni, e dimostrare di aver lavorato per almeno 10 anni (anche non consecutivi) con meno di 52 settimane di contributi per ciascun anno.

Quando il part-time diventa un ostacolo… che si può superare
Questa deroga è particolarmente utile per i lavoratori part-time o con redditi molto bassi. Infatti, ai fini pensionistici, per ottenere il riconoscimento di una settimana contributiva serve guadagnare almeno una soglia minima, che nel 2025 è di 241,36 euro a settimana (12.550,72 euro l’anno). Chi guadagna meno, anche se lavora tutto l’anno, potrebbe vedersi riconosciute meno settimane di contributi. Ma grazie alla terza deroga Amato, queste persone non vengono escluse dalla pensione: se rispettano i requisiti, potranno comunque accedere alla pensione di vecchiaia con 15 anni effettivi di contribuzione, invece dei 20 normalmente richiesti.
Questa misura, quindi, si rivolge a tutti coloro che, pur avendo avuto una carriera frammentata, hanno contribuito al sistema previdenziale per un numero significativo di anni, anche se con stipendi più bassi o contratti part-time. Non è solo una questione di numeri: è un riconoscimento alla flessibilità e alla resilienza di chi ha affrontato un percorso professionale non sempre lineare ma ugualmente valido. La pensione non è solo un diritto, ma anche un premio per gli anni di lavoro e sacrifici. E grazie a queste deroghe, chi ha avuto carriere più discontinuo può ancora guardare al futuro con maggiore serenità.