I soldi ve li siete goduti, ora dovete ridarceli | INPS gela i pensionati: arriva la raccomandata della morte

Pensionati gelati da questa decisione (Canva-Depositphotos foto) - www.energycue.it
Una raccomandata che nessuno si sarebbe mai aspettato di ricevere. L’INPS vuole indietro tutti i suoi soldi. Beneficiari sotto shock
L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, meglio noto con l’acronimo INPS, rappresenta il principale punto di riferimento per i cittadini italiani, dai lavoratori a chi si trova ad affrontare situazioni estremamente delicate.
Tale ente, infatti, si occupa della gestione dei contributi previdenziali che i lavoratori sono chiamati a versare, ridistribuendo gli stessi nell’erogazione delle pensioni e delle tutele sociali.
I versamenti di soldi effettuati dall’INPS nei confronti dei differenti beneficiari avvengono direttamente sui conti degli stessi, sia per quanto concerne pensioni, sia per quanto concerne bonus, Assegno di Inclusione o contributi ulteriori.
Ma nel caso in cui un soggetto non possieda un proprio conto, verso il quale effettuare bonifici, la somma può essere percepita recandosi presso le Poste, presentando all’attenzione dei funzionari il proprio documento di riconoscimento e il proprio codice fiscale. Generalmente questo metodo viene prediletto dai più anziani.
L’INPS potrebbe bussare prepotentemente alla tua porta
Un caso realmente bizzarro è recentemente emerso sulle pagine de Il Giornale. Stiamo parlando di un fatto risalente al 2023, quando un pensionato 66enne si occupò per quattro giorni di svolgere una mansione in occasione dell’Adunata Nazionale degli Alpini di Udine, ossia spillare le birre per servire i clienti. Appena 180 euro netti percepiti, per rimpolpare, per quanto possibile, il proprio portafoglio, data anche l’esperienza lavorativa precedentemente accumulata dal soggetto, un tempo impiegato proprio in una birreria.
Il soggetto aveva usufruito della “Quota 100” per andare in pensione anticipatamente, nel 2021, ed è stato proprio tale elemento, combinato allo svolgimento effettivo dell’attività sopracitata, ad attirare l’attenzione dell’INPS, che si è rivolta a lui come mai nessuno avrebbe potuto ipotizzare. Una vera e propria stangata, considerando il principio definito dallo stesso ente previdenziale, secondo il quale tutti i professionisti che abbiano usufruito del pensionamento anticipato grazie alla “Quota 100” non hanno possibilità di svolgere attività retribuite in nessun caso.

La ferma posizione dell’ente
L’uomo, protagonista della vicenda, sostiene di essersi precedentemente informato, rivolgendosi agli uffici INPS per comprendere il reale funzionamento già prima di procedere ad accettare l’incarico, ricevendo totali rassicurazioni direttamente da parte degli operatori. Ma l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale non ne ha voluto sapere, restando saldo sulle proprie posizioni: il pensionato dovrà restituire all’ente ben 29.000 euro, un intero anno di pensione. In merito, il Tribunale del Lavoro si è espresso convalidando la sanzione, non lasciando altra strada all’uomo, che sta già provvedendo a saldare il debito, la cui estinzione definitiva è prevista entro circa 5 anni.
Avvalendosi del decreto legge 4 del 2019, che esprime il divieto di cumulare il reddito derivante dalla pensione anticipata con quello, invece, correlato allo svolgimento di un lavoro dipendente, l’Istituto ha potuto procedere sulle proprie ferme ed irremovibili posizioni, sottolineando l’esemplare correttezza del proprio operato. In merito si è espressa Anna Pontassuglia, responsabile dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico presso la sede provinciale dell’INPS a cui l’uomo si era precedentemente rivolto, che ha affermato: “È ammessa solo la prestazione occasionale, comunque non superiore ai 5mila euro annui. L’istituto deve applicare pedissequamente la normativa“.