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Cane, l’animale più amato dall’uomo diventa immortale | Gli scienziati hanno compiuto un miracolo: ecco come ci sono riusciti

Cane e padrona

Cane e la sua padrona (Depositphotos foto) - www.energycue.it

L’innovazione messa a punto dagli scienziati per rendere “immortali” i propri animali. Ecco come funziona questa inusuale pratica

Il legame tra l’essere umano e i cani perdura ormai da diversi millenni, da quando il lupo divenne il primo animale ad essere addomesticato dall’uomo. Da lì una serie di motivi, principalmente emotivi, hanno portato a fortificare ulteriormente questa amicizia.

Il cane è capace di riconoscere le emozioni che gli uomini provano e nel caso in cui gli stessi appaiano tristi, agitati o stressati, l’animale proverà a compensare ciò dimostrando affetto e protezione.

Sappiamo, inoltre, quanto i cani siano fedeli rispetto ad altri animali domestici, sino a spingersi, nelle situazioni più delicate, a rischiare la propria vita pur di salvare quella del padrone.

Ed è anche per questo che il cane rappresenta un cruciale ausilio quando le persone stanno affrontando circostanze di difficoltà, come nell’aiuto alla deambulazione nei soggetti non vedenti, i così detti “cani bagnini” o le unità cinofile delle forze dell’ordine.

Una possibilità che sta già interessando molti

Ma esiste davvero la possibilità di rendere “immortale” il proprio animale domestico? Un modo effettivamente esiste e stiamo parlando della clonazione. E’ bene specificare immediatamente che in Italia tale pratica è totalmente vietata per fini commerciali, ma esiste comunque l’opportunità di animali clonati provenienti da altre parti del globo. L’eccellenza mondiale in questo settore è la statunitense ViaGen, con sede a Whitesboro, in Texas, che si occupa da più di 25 anni della clonazione di cani e gatti. E ad avvicinare i cittadini mossi da questa volontà alla possibilità di clonazione animale, ci pensa la compagnia assicurativa Wallife, che in previsione dell’ipotetica crescente scelta da parte degli italiani ha deciso di mettere a disposizione il pacchetto Pet Lovers.

Già nota per la promozione di prodotti in grado di proteggere gli utenti, ad esempio, dal rischio di furto della propria identità digitale, Wallife si apre anche al mondo degli animali domestici, proponendo questa forma di assicurazione che andrà a coprire non solo le canoniche spese necessarie alla gestione e al mantenimento dei propri amici a quattro zampe, come spese veterinarie, ma addirittura 3 opzioni nel caso in cui l’animale dovesse venire a mancare.

Blake Russell
Blake Russell, CEO di ViaGen (ViaGen foto) – www.energycue.it

Come funziona la clonazione?

Le possibilità per i padroni dopo la perdita del proprio animale saranno o il rimborso, al fine di reinvestire la somma nell’acquisto di un altro compagno, magari della stessa razza del precedente; o ricevere un rimborso ed impiegare il denaro in una donazione a vantaggio di un rifugio per animali, scelto dal padrone stesso; oppure la terza, sicuramente la più insolita, che prevede il percepimento di una data somma di denaro, con cui coprire gran parte delle spese necessarie ad effettuare la clonazione del proprio animale domestico. Sono già più di 5.000 i clienti che si sono interessati all’acquisto di questa specifica assicurazione, optando per la possibilità di clonazione del proprio amico a quattro zampe.

Per quanto fantascientifica, questa possibilità non rappresenta affatto un’ipotesi difficile da mettere in pratica. La procedura prevede il prelevamento di un campione di pelle pari a circa 4 millimetri, che dovrà successivamente essere spedito presso Gemini Genetics, in Inghilterra, al costo di circa 600 sterline per l’invio e 12 mensili per la conservazione, sino a quando il proprietario opterà per l’effettiva concretizzazione della clonazione. A questo punto il tessuto di pelle giungerà direttamente nella disponibilità di ViaGen, che al fronte di un esborso di 50.000 dollari da parte del padrone, procederà come stabilito. Il patrimonio genetico della cellula presa dal tessuto dell’animale viene trasferito nell’ovulo di una donatrice, facendo sviluppare l’embrione in vitro e trasferendolo nell’utero della stessa. A parlare di questa possibilità è VanityFair.