Scandalo prosciutto, lo mangi e finisci al Pronto Soccorso | Emergenza in Italia: è il più famoso di tutti

Illustrazione di due prosciutti (Pixabay FOTO) - www.energycue.it
Purtroppo il prosciutto non sempre è buono, e alcune volte può mandarti letteralmente all’ospedale. Scopri cosa sta succedendo!
Il prosciutto è buonissimo, niente da dire. Ma ci sono alcuni problemi che spesso si ignorano. Il primo è legato alla salute: essendo un salume, contiene molto sale e spesso anche nitriti e conservanti che, se consumati in eccesso, possono aumentare il rischio di alcune malattie.
Poi c’è la questione ambientale. La produzione di prosciutto richiede risorse enormi, dall’allevamento dei maiali alla lavorazione. Parliamo di consumo d’acqua, mangimi, uso del suolo… insomma, lascia un’impronta ecologica non da poco.
Non dimentichiamoci degli animali. In molti casi, i maiali vengono allevati in condizioni discutibili, in allevamenti intensivi dove il benessere animale non è esattamente una priorità. Questo, per molti, è un motivo sufficiente per evitarlo del tutto.
E infine c’è anche un discorso culturale ed economico. Il prosciutto è simbolo di tradizione in molti Paesi, ma sta diventando anche un prodotto di lusso, con prezzi che salgono mentre le piccole produzioni faticano a sopravvivere.
Una fetta amara da digerire
Quando si parla di prosciutto, soprattutto San Daniele, viene in mente una tavola imbandita, una fetta sottile e profumata, magari un bicchiere di vino accanto. E invece stavolta ci tocca parlarne in tutt’altri toni, perché quello che è venuto fuori negli ultimi giorni ha davvero dell’incredibile.
Pare che dietro quella bontà tanto decantata ci fosse una vera e propria truffa, portata avanti per anni, con tanto di coinvolgimento di figure che, almeno in teoria, dovrebbero tutelare la nostra salute. Il tutto è venuto a galla dopo un’indagine che va avanti dal 2017, e solo adesso, nel 2025, la Corte di Cassazione ha chiuso il cerchio. Sentenza definitiva, condanne confermate. E fiducia dei consumatori… a pezzi.

Cos’è emerso dalle indagini?
La storia è questa: durante l’inchiesta si è scoperto che veniva usato ipoclorito di sodio (candeggina) per disinfettare le cosce di maiale prima della lavorazione. Roba che non solo non è prevista dal disciplinare DOP, ma che è vietata proprio perché pericolosa per la salute. E non è finita qui.
I suini venivano macellati troppo presto, ben prima dei 9 mesi minimi richiesti per legge. E chi doveva vigilare? Ecco, qui casca l’asino (o il maiale, forse è più adatto). Veterinari, allevatori e commercianti hanno fatto fronte comune, chiudendo un occhio su quello che accadeva.