Bar e ristoranti, da oggi cambia tutto | Per andare al bagno c’è una tariffa: o paghi o te la fai sotto

Illustrazione di un cartello che segnala alcuni bagni (Pixabay FOTO) - www.energycue.it
Questa volta sembra ufficiale, e d’ora in poi ci sarà una sorta di tassa per chi vorrà usufruire dei servizi igienici.
L’accesso al bagno sembra una cosa scontata, ma non lo è per tutti. In molte parti del mondo, milioni di persone non hanno un bagno sicuro, pulito o privato. E questo, oltre a essere scomodo, è un problema enorme per la salute pubblica.
Anche nei luoghi pubblici o al lavoro, spesso l’accesso al bagno è limitato, specialmente per chi ha determinate necessità, come le donne, le persone con disabilità o chi ha problemi di salute.
C’è anche una componente di dignità: non poter accedere liberamente a un bagno può diventare umiliante. Soprattutto per chi vive per strada, per chi viaggia molto o per chi lavora in condizioni precarie. È un bisogno umano basilare, punto.
Insomma, il bagno non è solo un luogo fisico: è anche un diritto legato alla salute, alla privacy e al rispetto. A volte basta poco per garantire l’accesso a tutti, ma spesso quel poco non viene fatto.
Entrare in un bar solo per il bagno: si può o no?
Quante volte ti sarà capitato: sei in giro, magari in una zona che non conosci, e all’improvviso ti scappa da morire. Non c’è un bagno pubblico in vista, e ti infili nel primo bar sperando di cavartela senza dover prendere nemmeno un caffè. Ma… ti blocca il gestore con uno sguardo gelido: “Il bagno è solo per i clienti”.
Ecco, la verità è che, purtroppo o per fortuna, ha ragione lui. Di norma, il bagno in un locale non è come quelli pubblici che trovi a pagamento nelle stazioni o nei parchi: è riservato a chi consuma. È un concetto semplice, ma la faccenda è diventata oggetto di discussioni e anche di sentenze.

Cosa dice davvero la legge: tra clienti, regole e… eccezioni
Partiamo da una cosa chiara: i bar e i ristoranti devono avere un bagno a norma se vendono cibo o bevande da consumare sul posto. Vale per trattorie, pizzerie, birrerie, eccetera. Non vale, invece, per chi fa solo asporto, tipo rosticcerie o gelaterie da passeggio. Però attenzione: il fatto che il bagno ci sia, non vuol dire che chiunque possa usarlo.
Secondo il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (Tulps, art. 137), il gestore non può negare l’uso del bagno a un cliente pagante, a meno che non ci sia un motivo valido, tipo il bagno è rotto o già occupato. Ma basta anche un acquisto minimo per essere considerati clienti. Quindi se prendi una bottiglietta d’acqua o una caramella, hai tutto il diritto di usare il bagno. Ciò che invece i gestori non possono fare è chiedere una tariffa fissa per il solo uso del bagno: non è un bagno pubblico, ma nemmeno un servizio da monetizzare a parte.