Ambiente

Una mappa interattiva su 85.000 studi per capire quali politiche climatiche funzionano davvero

Una mappa interattiva per capire quali politiche climatiche funzionano davvero, è ora realtà.

La ricerca sulle politiche per contrastare il cambiamento climatico sta crescendo a un ritmo senza precedenti. Secondo uno studio condotto dal Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK), sono stati pubblicati circa 85.000 studi sull’efficacia degli strumenti politici per ridurre le emissioni di gas serra. Di questi, un quarto è stato prodotto solo dal 2020 in poi. La grande quantità di informazioni disponibili può rendere difficile per i decisori politici e i ricercatori orientarsi tra i dati e trarre conclusioni utili.

Per affrontare questa sfida, il PIK ha sviluppato una “living systematic map“, un tool interattivo basato su metodi di apprendimento automatico. Questo strumento permette di esplorare la distribuzione della ricerca su politiche climatiche in base a vari parametri: tipo di strumento politico, settore economico coinvolto, paese di applicazione e livello decisionale. Grazie a questa mappa, gli esperti possono individuare dove la ricerca è più avanzata e dove, invece, sono presenti lacune significative.

Uno degli aspetti più interessanti emersi dallo studio riguarda la distribuzione geografica delle ricerche. Non sorprende che le due maggiori economie mondiali, Cina e Stati Uniti, siano oggetto di un’attenzione scientifica particolarmente intensa. Tuttavia, altre aree del mondo, come l’Africa, risultano ancora poco studiate rispetto alle politiche climatiche adottate. Questo squilibrio suggerisce la necessità di ampliare la ricerca anche in paesi che potrebbero offrire strategie innovative ed efficaci.

Quali politiche climatiche ricevono maggiore attenzione?

L’analisi ha rivelato che alcuni strumenti politici ricevono molta più attenzione rispetto ad altri. In particolare, le politiche economiche come la carbon tax e i sistemi di scambio delle emissioni sono tra le più studiate. Questo è dovuto al loro impatto misurabile e al fatto che molte nazioni hanno già implementato queste soluzioni su larga scala. D’altra parte, esistono politiche meno analizzate, come le normative ambientali o i divieti su specifiche attività inquinanti, che potrebbero avere effetti complementari e meritare maggiore attenzione.

Un altro settore in cui la ricerca appare carente è l’industria. Nonostante rappresenti il 23% delle emissioni globali e il 13% delle politiche adottate, le ricerche dedicate a questo ambito costituiscono solo l’8% del totale. Questo squilibrio potrebbe ostacolare l’implementazione di strategie efficaci per la decarbonizzazione del settore industriale, che è cruciale per il raggiungimento degli obiettivi climatici globali.

Mappa interattiva delle politiche globali, è rivoluzione (Canva Foto) – www.energycue.it

Un aiuto per la scienza e le politiche climatiche

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale per analizzare un’enorme quantità di studi ha permesso di creare uno strumento in grado di aggiornarsi costantemente. La mappa interattiva non solo aiuta i ricercatori a identificare nuove direzioni di studio, ma fornisce anche ai governi una base scientifica solida per prendere decisioni informate. Questo approccio potrebbe rivoluzionare il modo in cui vengono progettate e valutate le politiche climatiche in tempo reale.

Secondo i ricercatori del PIK, il passo successivo sarà lo sviluppo di una vera e propria “Climate Solutions Evidence Bank“. Questo database raccoglierà e sintetizzerà le conoscenze esistenti per fornire risposte rapide ed efficaci sulle politiche più adatte a ogni contesto. Con migliaia di strategie già in atto in tutto il mondo, capire quali funzionano meglio è una priorità assoluta per affrontare la crisi climatica con strumenti basati su dati concreti.

Sveva Di Palma

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