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Salve, può consegnarmi il telefono? Allarme rosso ai posti di blocco: stanno controllando le chat di WhatsApp

Discussione al posto di blocco (Depositphotos foto)

Discussione al posto di blocco (Depositphotos foto) - www.energycue.it

Posti di blocco e controlli a sorpresa: cosa succede se la Polizia chiede di vedere le chat di WhatsApp? Il caso.

Trovarti a un posto di blocco non è certo un’esperienza da vivere a cuor leggero. Anche se non hai nulla da nascondere, l’idea di dover esibire i documenti, rispondere alle domande degli agenti e magari assistere a un controllo più approfondito può mettere un po’ d’ansia. Alla fine, l’importante è mantenere la calma e collaborare: in teoria, se è tutto in regola, non dovresti avere problemi.

Negli ultimi tempi, però, c’è una novità che sta facendo discutere. O meglio, una pratica che esiste da un po’, ma che ora sta attirando sempre più attenzione. Si tratta dei gruppi WhatsApp molto particolari. Ma è una cosa lecita o si rischia grosso a farne parte?

Un altro punto su cui molti si interrogano è la privacy. Lo smartphone è un contenitore di dati personali, messaggi, foto, magari anche documenti di lavoro. L’idea che un agente possa chiedere di controllare le chat private fa storcere il naso a molti. Si tratta di un diritto delle Forze dell’Ordine o di una vera e propria violazione della riservatezza? La questione è spinosa e, come spesso accade in questi casi, la risposta non è così scontata.

Eppure, qualche episodio recente ha fatto emergere interrogativi concreti. In certe situazioni, gli agenti avrebbero chiesto di visionare i messaggi su WhatsApp di alcuni automobilisti. Perché? E in quali casi è davvero consentito? Una faccenda che merita un approfondimento.

La questione della privacy

Il tema della privacy è quello che preoccupa di più. In molti vedono il controllo delle chat private come un’invasione bella e buona. Ma c’è un aspetto da chiarire: in alcuni casi specifici, le Forze dell’Ordine hanno il diritto di accedere ai messaggi degli automobilisti, se ritengono che questi possano ostacolare il loro operato o favorire violazioni al Codice della Strada.

Partecipare a un gruppo simile non è di per sé punibile, ma se si condividono informazioni particolari, le cose cambiano. In quel caso, gli agenti potrebbero effettivamente chiedere di controllare il telefono, e se trovano prove della violazione, si rischia una multa salata. Quindi, meglio pensarci due volte prima di scrivere certi messaggi.

L’icona di Whatsapp (Pixabay FOTO)
L’icona di Whatsapp (Pixabay FOTO) – www.energycue.it

La legalità dei gruppi WhatsApp

Entrare in un gruppo WhatsApp che segnala la presenza di posti di blocco è un comportamento che potrebbe sembrare innocuo. Tuttavia, secondo alcuni esperti di diritto, questa pratica potrebbe essere considerata un’infrazione piuttosto seria, tanto da configurare il reato di interruzione di pubblico servizio. Pare che, in diverse occasioni, le Forze dell’Ordine abbiano sequestrato smartphone e denunciato utenti per questo motivo.

Detto ciò, la normativa italiana è abbastanza chiara su un punto preciso: se la segnalazione riguarda autovelox, tutor o telelaser, allora si rischia davvero. L’articolo 45, comma 9-bis, del Codice della Strada stabilisce che chi utilizza o diffonde informazioni su questi dispositivi di controllo può essere multato con una sanzione amministrativa che va da 825 a 3.305 euro. Insomma, un bel rischio.