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TARI non pagata, la prescrizione è ufficiale | Non devi più sborsare nemmeno un centesimo

TARI (Depositphotos foto)

TARI (Depositphotos foto) - www.energycue.it

Dettagli sulla scadenza della TARI: se il Comune chiede ancora il pagamento, ecco cosa devi sapere per evitare spese non dovute.

La TARI, cioè la tassa sui rifiuti, è un obbligo per chiunque possieda o utilizzi un immobile che può produrre spazzatura. Il pagamento viene gestito direttamente dai Comuni, che decidono le tariffe e le modalità di riscossione, in base alle regole stabilite dalla legge. Il principio è semplice: il contributo serve a coprire i costi per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti urbani.

Negli anni, questa tassa è stata al centro di molte polemiche, spesso legate ai criteri di calcolo e agli importi richiesti. A volte, i contribuenti si sono trovati a ricevere bollette troppo alte, altre volte ci sono stati errori di valutazione da parte degli enti locali. In ogni caso, chi non ha pagato ha sempre rischiato sanzioni o addirittura azioni di recupero forzoso da parte del Comune.

Uno dei temi più discussi riguarda la prescrizione della TARI, cioè il limite di tempo oltre il quale il Comune non può più pretendere il pagamento di una tassa non versata. Questo argomento interessa moltissimi cittadini, perché capire fino a quando è valido un debito può fare una bella differenza.

Infatti, esistono precise regole sui tempi di prescrizione, che stabiliscono quando un pagamento non effettuato può considerarsi definitivamente cancellato. Chi ha ricevuto richieste di saldo per vecchi debiti potrebbe trovarsi in una situazione più favorevole del previsto, ma solo se i termini fissati dalla legge sono stati superati. Quindi, è importante sapere esattamente come funziona questa scadenza.

Quanto tempo deve passare perché la TARI si prescriva?

La normativa attuale dice che la TARI si prescrive dopo 5 anni. In pratica, passato questo periodo dalla data in cui si sarebbe dovuto pagare, il Comune non ha più il diritto di esigere il pagamento. Ma da quando parte il conto alla rovescia? Dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento della tassa.

Per fare un esempio pratico: se la TARI da pagare era quella del 2018, la prescrizione è iniziata a decorrere dal 1° gennaio 2019, quindi il termine naturale sarebbe stato il 1° gennaio 2024. Però, a causa della sospensione dei termini dovuta all’emergenza Covid-19, i tempi si sono allungati e la data effettiva di prescrizione è slittata al 26 marzo 2024. Questo ha generato qualche confusione tra i contribuenti, spingendo molti a chiedere chiarimenti agli enti locali.

Quando la TARI non è più dovuta (Pixabay foto)
Quando la TARI non è più dovuta (Pixabay foto) – www.energycue.it

Se è prescritta, il Comune non può più chiedere soldi

Una volta scaduto il termine di prescrizione, il Comune perde il diritto di chiedere il pagamento della tassa. Questo vuol dire che se un cittadino riceve una richiesta di saldo per un tributo ormai scaduto, può opporvisi legalmente e far valere la normativa a suo favore.

La regola vale per tutti i tributi locali soggetti a prescrizione quinquennale, quindi chi ha ricevuto solleciti per anni ormai superati può stare tranquillo. Questa recente conferma delle scadenze per la TARI rappresenta un punto fermo per molti contribuenti, che non dovranno più preoccuparsi di pagamenti fuori tempo massimo. Se il Comune dovesse comunque insistere, è sempre utile verificare le date e, se necessario, rivolgersi a un esperto per tutelarsi.