Il litio, elemento tra i più estratti al mondo (pixabay.com)
Analisi degli effetti ambientali dell’estrazione del litio nel più grande deposito al mondo: l’arsenico supera abbondantemente i limiti.
Quando si parla di litio e della sua estrazione, il Salar de Uyuni, situato in Bolivia, rappresenta il più grande giacimento di litio conosciuto a livello globale.
Questo vasto altopiano salato, che si estende per migliaia di chilometri quadrati nell’alta pianura andina, è un luogo di straordinaria bellezza che attira numerosi viaggiatori grazie al suo paesaggio bianco.
Sotto la sua superficie, si trova una ricca riserva di brina di litio, una risorsa, secondo Science Daily, ancora non completamente sfruttata e che potrebbe rivelarsi fondamentale per il settore delle energie rinnovabili.
Tuttavia, mentre i ricercatori esaminano le conseguenze ambientali legate all’estrazione di questa risorsa preziosa, emergono preoccupazioni sui potenziali impatti sull’ecosistema vulnerabile e sulle comunità circostanti. Osserviamo la questione nel dettaglio.
Uno studio recente condotto da ricercatori della Duke University (e menzionato da Science Daily) esamina i potenziali rischi per la salute ambientale associati all’estrazione del litio nel Salar de Uyuni. La ricerca, pubblicata sulla rivista Environmental Science and Technology Letters, rappresenta la prima analisi chimica dettagliata delle acque reflue generate dall’estrazione delle brine di litio in questo sito.
L’estrazione del litio dalle brine prevede un processo a più fasi, in cui la brina viene pompata dal sottosuolo e trasferita in vasche di evaporazione superficiali. Nel corso del tempo, l’acqua evapora, concentrando il litio e separandolo da altri sali indesiderati. La brina concentrata viene quindi inviata a un impianto di lavorazione, dove viene raffinata in carbonato di litio, un componente fondamentale utilizzato nelle batterie ricaricabili. Sebbene l’estrazione del litio nel Salar de Uyuni sia ancora nelle fasi iniziali, operazioni analoghe in altre saline hanno dimostrato che gli effetti a lungo termine dell’estrazione del litio possono essere dannosi, con possibili perturbazioni dell’equilibrio ambientale della regione.
I ricercatori si sono concentrati sulla misurazione dell’acidità e degli elementi traccia, in particolare l’arsenico, un metallo tossico noto per causare gravi problemi di salute sia negli esseri umani che nella fauna selvatica. I risultati hanno rivelato livelli di arsenico preoccupanti, addirittura circa 1. 400 volte superiori alla soglia ecologica accettabile stabilita dall’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti.
In risposta a tali risultati, i ricercatori, scrive Science Daily, ritengono che le future operazioni minerarie potrebbero mitigare il cedimento del suolo mediante una precisa miscelazione di brine esaurite e acque reflue al fine di stabilire un equilibrio chimico con le brine naturali. Tuttavia, esiste la necessità di ulteriori ricerche per comprendere in modo più approfondito gli impatti ambientali associati a questa strategia. In conclusione, con l’aumento della domanda globale di litio, considerato un componente essenziale delle tecnologie energetiche rinnovabili, come le batterie per veicoli elettrici, esso è divenuto una risorsa cruciale per il futuro. Tuttavia, è fondamentale che la sua estrazione avvenga in modo da ridurre al minimo i danni ambientali.
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