L’Europa volta pagina: per la prima volta il solare batte il carbone
Un traguardo epocale raggiunto dal continente europeo. La fase clou della transizione energetica ha finalmente avuto inizio
Nell’ambito della transizione energetica l’anno 2024 ha rappresentato il raggiungimento di risultati storici, mai nemmeno sfiorati nel corso delle stagioni precedenti. In particolare, per la prima volta nella storia il quantitativo di elettricità prodotta mediante lo sfruttamento degli impianti energetici solari (o fotovoltaici) ha superato quella ottenuta attraverso l’impiego del carbone.
Il carbone è un combustibile fossile che fin dai tempi della Rivoluzione Industriale, tra il 1700 e il 1800, ha assunto il ruolo di principale fonte energetica mondiale, sfruttata unitamente dall’intero pianeta per la produzione di elettricità. Soltanto negli ultimi decenni il dibattito pubblico ha posto uno sguardo ravvicinato al carbone e agli effetti negativi prodotti dal suo sfruttamento.
Il combustibile risulta essere la peggior opzione esistente nell’ambito della produttività energetica, dati i risvolti nocivi che comporta sulla salute degli esseri umani e sugli ecosistemi abitati dagli altri esseri viventi. Le emissioni di CO2 comportate dall’attività di sfruttamento del carbone inquinano in primis l’atmosfera, fino a raggiungere i terreni e le falde acquifere.
Per questo il raggiungimento di tali risultati, che aiutano a comprendere come l’intera collettività sia odiernamente attiva per il raggiungimento del medesimo obiettivo, ovverosia favorire la diffusione di fonti energetiche maggiormente pulite e sane per l’ambiente, è stato definito una reale ‘pietra miliare‘.
Nella direzione del Green Deal
Ad annunciare questo significativo passo verso la transizione energetica è stata la European Electricity Review 2025, durante cui sono stati palesati i risultati del report stilato annualmente dall’istituto di ricerca indipendente Ember, che si occupa di analizzare il modo di agire dell’Europa in opposizione alla problematica dell’inquinamento e del cambiamento climatico, evidenziando i dati riguardanti la richiesta e la produttività energetica all’interno degli Stati membri dell’UE, con particolare attenzione al ruolo che le fonti rinnovabili assumono nel medesimo processo.
Si è assistito ad una crescita generalizzata di tutti i settori di produzione rinnovabile, rimarcando la linea auspicata dal Green Deal; basti pensare che l’energia solare ha raggiunto la percentuale record del 22% in più rispetto al 2023, attestandosi con un prolifico 11% nel discorso complessivo relativo alle energie che hanno prodotto quantità maggiori di elettricità, superando per la prima volta nella storia il carbone, fermo al 10%. Gli investimenti nell’ambito del solare, dell’eolico e non solo, hanno condotto la quota di produzione offerta dalle fonti rinnovabili addirittura al 47%, registrando un +10% rispetto al momento della sottoscrizione del Green Deal; ad affermarlo è Chris Rosslowe, che ha preso parte attivamente al report svolto dalla Ember, spiegando anche come i risultati raggiunti fossero difficilmente auspicabili cinque anni fa.
Emissioni e spese economiche ridotte
Quanto ne consegue è che, all’opposto, la produzione energetica correlata ai combustibili fossili prosegue la sua inesorabile fase di diminuzione e declino. Il passo fondamentale per favorire la definitiva transizione ecologica si sta concretizzando e a testimonianza di ciò ci vengono ancora una volta in aiuto i dati evidenziati dal report. Secondo lo stesso, nel corso dell’ultimo quinquennio il consumo di gas nel territorio dell’UE ha subito una diminuzione pari al 20% e il carbone ricopre una fetta sempre meno significativa all’intero del mix energetico dei singoli stati.
L’intero sistema produttivo correlato ai combustibili fossili sta attraversando un periodo di crisi come mai accaduto prima d’ora, al quale si contrappongono gli ingenti investimenti effettuati dall’Unione Europea nell’ambito dei rinnovabili, che hanno contribuito ad accrescere l’indipendenza dei singoli Stati in merito all’approvvigionamento energetico nazionale. Si tratta di un processo in grado di generare benefici anche dal punto di vista economico, in quanto lo sfruttamento del solare e dell’eolico permette di risparmiare cifre sostanziose; si parla addirittura di 59 miliardi di euro complessivi.