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Energia dal cuore della Terra: l’Islanda punta al magma per un futuro sostenibile

L’Islanda esplora il potenziale del magma per rivoluzionare l’energia geotermica e diventare un modello globale di sostenibilità.

Quando si pensa all’Islanda, vengono in mente paesaggi mozzafiato, geyser che esplodono dal terreno e vulcani attivi che modellano l’isola da migliaia di anni. Ma c’è qualcosa di ancora più potente sotto i piedi degli islandesi: un calore immenso, nascosto nelle profondità della Terra. Da anni il paese sfrutta l’energia geotermica per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, ma adesso sta puntando ancora più in alto… anzi, più in basso.

L’Islanda si trova proprio sopra la dorsale medio-atlantica, una frattura tra due placche tettoniche che si stanno separando. Questo significa terremoti, eruzioni e un’attività geotermica costante. Per gli abitanti può essere una sfida, ma per gli scienziati è una vera e propria miniera d’oro energetica. Se riuscissero a incanalare in modo efficace tutto questo calore, il paese potrebbe diventare un modello globale di sostenibilità.

Fino a oggi, l’energia geotermica è stata generata sfruttando l’acqua calda e il vapore intrappolati nel sottosuolo, ma c’è un problema: questi metodi hanno dei limiti. Più si scava in profondità, più le temperature aumentano, ma raggiungere le fonti di calore più estreme non è affatto semplice. I ricercatori, però, credono che il passo successivo per la geotermia sia andare direttamente alla fonte: il magma.

L’idea sembra uscita da un film di fantascienza: scavare fino alle viscere della Terra per raggiungere una camera magmatica. Se riuscissero nell’impresa, avrebbero accesso a temperature di gran lunga superiori a quelle dei tradizionali impianti geotermici. Ma come si fa a perforare fino a un lago di roccia fusa senza scatenare disastri? E, soprattutto, quanto è realistico un progetto del genere?

Un tunnel nel cuore della Terra

Un team di scienziati e ingegneri islandesi sta per tentare qualcosa di mai fatto prima: scavare un tunnel fino a una camera magmatica vicino al vulcano Krafla. Il progetto, guidato dalla società Krafla Magma Testbed (Kmt), è il frutto di oltre dieci anni di ricerche e potrebbe cambiare per sempre il modo in cui produciamo energia.

L’idea è quella di perforare la crosta terrestre fino a due chilometri di profondità, fermandosi appena sopra il letto di magma, dove il calore può superare i mille gradi. Se tutto andrà secondo i piani, questa energia estrema potrebbe essere convertita in elettricità, rendendo il paese ancora più indipendente dai combustibili fossili. E se l’esperimento funzionerà, chissà, forse un giorno questa tecnologia potrebbe essere esportata in altre parti del mondo.

Impianto geotermale islandese (WebsEdge Science – youtube screenshot) – www.energycue.it

Il futuro dell’energia geotermica

Le trivellazioni inizieranno nel 2026 e dovrebbero durare circa due mesi. Una volta completata questa fase, gli scienziati analizzeranno attentamente l’area per capire se l’idea è davvero realizzabile. Se tutto filerà liscio, il primo centro di ricerca sul magma potrebbe aprire già nel 2027, dando agli esperti un laboratorio unico per studiare non solo l’energia geotermica, ma anche il comportamento delle camere magmatiche e i fenomeni vulcanici.

Ovviamente, non è tutto così semplice. Scavare fino al magma è un’impresa rischiosa, e ci sono molte incognite. Non esistono strumenti affidabili per individuare con precisione i depositi di roccia fusa, e lavorare a temperature così estreme è incredibilmente complesso. Inoltre, c’è il problema della stabilità geologica: perforare troppo in profondità potrebbe scatenare terremoti, eruzioni o rilasci di gas tossici. Ma se questi ostacoli verranno superati, l’Islanda potrebbe diventare il primo paese al mondo a sfruttare direttamente il calore del magma per produrre energia, aprendo una strada completamente nuova verso un futuro più sostenibile.

Furio Lucchesi

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