Nuovo Disegno di Legge: il piano del governo per riportare il nucleare in Italia
Il Governo Meloni non ha dubbi, il Italia deve tornare il nucleare. Il nuovo Disegno di Legge è stato presentato.
Sono passati tanti anni dall’ultimo referendum, eppure parlare ora di nucleare non sembra più fantascienza, o un’idea buttata lì. Il governo, dopo mesi di discorsi e rinvii, ha deciso di fare sul serio. Il ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin, ha ufficialmente inviato un disegno di legge per riportare l’energia nucleare nel mix energetico italiano. Ma, come sempre, c’è un bel po’ da capire e da discutere.
Si parla di costruire nuovi reattori, ma non solo: il piano include la gestione dei rifiuti radioattivi, la ricerca sulla fusione nucleare, e anche lo smantellamento delle vecchie centrali. Insomma, un pacchetto completo che promette di rilanciare l’atomo, ma senza abbandonare le rinnovabili.
Ora, tutto questo è stato accolto con reazioni miste: c’è chi è entusiasta e chi storce il naso. Perché, diciamocelo, il nucleare in Italia non ha proprio una storia tranquilla. Chi non ricorda i due referendum che lo hanno praticamente messo in soffitta? Eppure, le cose sembrano cambiare, anche grazie alla spinta delle nuove tecnologie.
Ma c’è un dettaglio che nessuno può ignorare: potrebbe esserci bisogno di un nuovo referendum. E qui iniziano le vere domande. Siamo davvero pronti per un ritorno all’atomo? O finirà tutto in un altro nulla di fatto? Vediamo un po’ di che si tratta.
Cosa prevede il disegno di legge
Il cuore di questo nuovo piano è il disegno di legge che il governo Meloni vuole approvare. In pratica, si tratta di una sorta di manuale operativo per riportare il nucleare in Italia. Nel dettaglio, entro due anni dovrebbero essere emanati i decreti legislativi che regoleranno tutta la faccenda: dalla costruzione di nuove centrali alla gestione dei rifiuti radioattivi, passando per la ricerca sull’energia da fusione. Un progetto ambizioso, non c’è che dire. Una delle novità più interessanti è che non si punta più sulle gigantesche centrali nucleari del passato, ma su piccoli reattori modulari. Questi gioiellini tecnologici sono meno ingombranti, più efficienti e, a detta di molti, più sicuri. Perfetti, dicono, per alimentare industrie pesanti senza dipendere troppo da gas e carbone.
Non manca poi il capitolo sulla sicurezza e sulla gestione dei vecchi impianti, ormai abbandonati da decenni. E sì, finalmente qualcuno si è ricordato che abbiamo ancora dei rifiuti radioattivi sparsi qua e là. L’idea è di creare regole più chiare e un’autorità indipendente che si occupi esclusivamente del nucleare. Una specie di “poliziotto dell’atomo”, insomma. Ma, come sempre, tra il dire e il fare c’è di mezzo un bel po’ di politica. La strada per approvare questi decreti è lunga e piena di ostacoli, a cominciare dalle divisioni interne alla maggioranza di governo. E qui arriviamo al capitolo successivo.
Divisioni politiche e il nodo del referendum
La politica, si sa, riesce sempre a complicare tutto. Anche sul nucleare, le opinioni all’interno della maggioranza non sono proprio allineate. Forza Italia e Lega sono entusiaste, pronte a dare il via libera. Ma dentro Fratelli d’Italia c’è chi frena, sostenendo che bisogna puntare tutto sulla fusione nucleare. E poi c’è l’opposizione. Sorprendentemente, alcune forze politiche come Azione e Italia Viva sono favorevoli al ritorno del nucleare. Potrebbero addirittura votare a favore insieme alla maggioranza.
Ma il vero ostacolo potrebbe arrivare da noi cittadini. Ti ricordi il referendum del 2011? All’epoca gli italiani dissero un sonoro “no” al nucleare. Ora, però, il governo sostiene che le tecnologie di oggi sono completamente diverse e che quel voto non dovrebbe contare. Sarà vero? O servirà un’altra consultazione popolare per mettere la parola fine a questo dibattito? Ecco, questo è il punto. Il nucleare, con tutte le sue promesse di energia pulita e abbondante, divide ancora. Forse perché, in fondo, ci portiamo dietro le paure del passato. Ma chissà, magari questa volta le cose andranno diversamente.