“Nuova tassa Meloni”: da Gennaio parte la nuova batosta per i pensionati | La devono pagare tutti
E’ in arrivo una nuova tassa che farà preoccupare un sacco di persone, soprattutto gli anziani. Le conseguenze saranno disastrose.
In Italia, anche dopo il pensionamento, le tasse restano una realtà con cui fare i conti. La pensione, infatti, è considerata un reddito e, come tale, soggetta all’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche).
Le aliquote variano in base agli scaglioni di reddito, quindi chi ha una pensione più alta paga proporzionalmente di più. Tuttavia, il sistema fiscale prevede alcune misure per rendere il carico meno pesante per i redditi più bassi.
Tra le agevolazioni dedicate ai pensionati ci sono detrazioni fiscali specifiche che riducono l’imposta da versare. Inoltre, chi percepisce assegni minimi o rientra in determinate fasce di reddito può essere esonerato dal pagamento di alcune addizionali comunali e regionali.
Per chi decide di trasferirsi all’estero, la situazione cambia ulteriormente. I pensionati italiani che risiedono in altri paesi possono sfruttare trattati contro la doppia imposizione fiscale. Questo significa che, in molti casi, possono pagare meno tasse o versarle solo nel paese di residenza.
Aumenti e tagli
Con il 2025 arrivano aumenti alle pensioni, ma la domanda è: sono davvero una buona notizia? Per molti, questi incrementi si traducono in pochi euro in più al mese, che non bastano a compensare l’inflazione e il costo della vita in continua crescita. Certo, la rivalutazione c’è stata, ma il risultato è lontano dall’offrire il sollievo che tanti pensionati si aspettavano. È difficile sentirsi soddisfatti quando gli aumenti non tengono il passo con le spese quotidiane.
La situazione si complica ulteriormente per chi vive con una pensione di reversibilità o assegni sotto i 1.000 euro, che in molte famiglie sono una fonte di reddito cruciale. Per alcune di queste persone, i tagli potrebbero essere significativi, mettendo a rischio non solo il bilancio familiare ma anche la qualità della vita. Il 2025, quindi, sembra più una strada in salita che un anno di svolta per i pensionati italiani.
Rischi ed insidie
Come se non bastasse, c’è un altro spettro che si aggira sulle pensioni: quello dei pignoramenti. Nel 2022 era stato introdotto un limite di impignorabilità, una soglia che protegge le pensioni più basse. Se l’assegno è inferiore a 1.000 euro, i creditori non possono toccarlo. Ma per chi supera questa cifra, anche di poco, la parte eccedente diventa a rischio. Ad esempio, se la pensione è di 1.200 euro, solo i 200 euro in più possono essere pignorati. Non proprio un grande conforto.
Per fortuna, ci sono alcune tutele: le pensioni assistenziali, come l’assegno sociale, non possono essere pignorate. Tuttavia, trattamenti integrativi come le pensioni di reversibilità o quelle vicine ai 1.000 euro restano vulnerabili. È una situazione delicata, che lascia molti anziani in una posizione di incertezza. E con l’aumento delle spese e delle restrizioni, diventa sempre più difficile affrontare con serenità il futuro.