“È tutto falso”: L’energia nucleare non aiuta l’ambiente | In Australia l’hanno provato
Secondo alcune testate australiane, sembrerebbe inutile utilizzare il nucleare. Ma è davvero così? Vediamo cosa dicono i loro dati.
L’energia nucleare è una delle fonti più efficienti per produrre grandi quantità di elettricità. Una centrale nucleare può generare energia costantemente, senza interruzioni, e con emissioni di CO₂ quasi nulle.
Un altro vantaggio è la stabilità dei prezzi. A differenza del gas o del petrolio, il costo del combustibile nucleare (l’uranio) è meno soggetto a fluttuazioni di mercato
D’altro canto, il nucleare ha i suoi lati negativi. Le centrali nucleari sono costose da costruire e richiedono anni per essere operative. Inoltre, c’è sempre il rischio, per quanto remoto, di incidenti gravi, come quelli di Chernobyl o Fukushima.
Un altro grande problema è quello delle scorie radioattive. Questi rifiuti restano pericolosi per migliaia di anni e richiedono siti di stoccaggio sicuri e ben gestiti.
La sfida dell’energia nucleare in Australia
L’energia nucleare è spesso discussa come opzione per ridurre le emissioni, ma in Australia la sua adozione presenta numerosi ostacoli. Secondo il rapporto preliminare GenCost 2024-25 pubblicato da CSIRO e AEMO, il nucleare non è attualmente una scelta competitiva rispetto alle energie rinnovabili come solare ed eolico. Questo perché i costi iniziali di costruzione sono altissimi, e il tempo necessario per avviare una centrale è di almeno 15 anni. Considerando che l’obiettivo di net zero è fissato al 2050, il nucleare semplicemente non potrebbe avere un impatto significativo in tempo utile. Il problema non è solo economico, ma anche pratico.
In Australia non ci sono precedenti per la costruzione di centrali nucleari, il che rende complicato stimare i costi e i tempi di realizzazione basandosi su esperienze internazionali. Ad esempio, il rapporto utilizza i dati della Corea del Sud per stimare i costi, ma li adatta per tenere conto delle differenze nei costi del lavoro e nelle normative australiane. Tuttavia, persino con una pianificazione ottimale, le prime centrali avrebbero un costo iniziale molto elevato, rendendo il nucleare una scelta poco attraente rispetto alle rinnovabili, che continuano a scendere di prezzo.
Limiti strutturali e prospettive future
Un altro ostacolo significativo è il tempo di costruzione. Negli ultimi cinque anni, la durata media globale per costruire una centrale nucleare è stata di circa 8 anni, ma in Paesi con livelli di burocrazia e regolamentazione simili a quelli australiani, il tempo si allunga a oltre 10 anni. Considerando le fasi preliminari, come l’ottenimento delle certificazioni di sicurezza, il primo impianto nucleare in Australia non potrebbe essere operativo prima di 15 anni.
Anche le tecnologie innovative come i reattori modulari piccoli (SMR) non risolvono il problema. Sebbene promettano costi ridotti e tempi di costruzione più rapidi, il primo progetto commerciale negli Stati Uniti è stato cancellato nel 2023 a causa di un aumento del 56% dei costi. Secondo Paul Graham, capo economista energetico del CSIRO, gli SMR potrebbero diventare competitivi in futuro, ma al momento restano una tecnologia immatura. Nonostante ciò, bisogna sempre ricordare che una buona parte della comunità scientifica ha raccolto in questi ultimi decenni dati a favore dell’energia nucleare, confermando che si tratta di un’energia efficace e pulita, oltre che accessibile a livello economico.