Disastro pensioni, 500€ in meno a queste categorie: legge già firmata
La situazione è critica, e chi ci va di mezzo sono gli anziani. Alcuni di essi riceveranno circa 500 euro in meno, una vera batosta!
Alcune volte, purtroppo, capita di assistere alla riduzione o alla modificazione dell’importo delle pensioni, un fenomeno legato a diversi fattori, tra cui riforme legislative, variazioni economiche e il metodo di calcolo utilizzato.
Nei sistemi pensionistici contributivi, l’assegno è determinato dai contributi versati nel corso della vita lavorativa, ma il montante accumulato può subire variazioni a causa di aggiornamenti normativi o adeguamenti agli andamenti economici.
Uno dei principali meccanismi che possono incidere è il coefficiente di trasformazione, che converte il montante contributivo in una pensione annuale.
Questo coefficiente è periodicamente rivisto in base all’aspettativa di vita: un aumento della longevità comporta una riduzione dell’importo annuo della pensione, per distribuire il capitale su un periodo più lungo.
Una beffa per chi va in pensione
Andare in pensione dovrebbe essere un traguardo, un momento di soddisfazione dopo anni di lavoro. Eppure, per chi ci arriva nel 2025, potrebbe sembrare più una fregatura. La colpa? I nuovi coefficienti di trasformazione, quei numeri misteriosi che trasformano i contributi versati in vita in un importo di pensione annuale. Risultato: rispetto al 2024, c’è chi ci rimette fino a 575 euro l’anno.
La cosa fa rabbia, soprattutto perché questa differenza si applica per una manciata di mesi di differenza. Se eri pronto a smettere a dicembre 2024, bene. Se invece arrivi a gennaio 2025, ecco la sorpresa: meno soldi. Ed è tutto legato a quanto viviamo di più. Sì, perché i coefficienti si basano sull’aspettativa di vita, e visto che questa è tornata a salire dopo il calo della pandemia, i numeri sono stati abbassati. Insomma, più a lungo viviamo, meno guadagniamo subito. Paradossale, no?
Quanto si perde davvero e perché
La perdita varia, ovviamente, a seconda di quanti contributi hai accumulato. Per chi ha un montante contributivo di 500.000 euro, parliamo di circa 575 euro l’anno, poco meno di 45 euro al mese. Non sembra tanto, ma alla lunga fa la differenza. Anche con montanti più bassi, la riduzione si sente. E il calcolo non perdona: meno contributi versati, meno soldi in tasca.
Questa storia mette in evidenza quanto sia complicato il nostro sistema pensionistico. Certo, ci dicono che è per garantire la sostenibilità del sistema, ma per chi si trova con un assegno più leggero, suona più come una punizione. E poi c’è la beffa: le regole del calcolo contributivo, già di per sé non generosissime, finiscono per restituire importi spesso poco soddisfacenti.