Risale a 1,2 milioni di anni fa il ghiaccio che è stato appena scoperto. La scoperta è avvenuta all’interno del progetto Beyond Epica – Oldest Ice. La ricerca ha i finanziamenti dalla Commissione Europea e la partecipazione anche dell’Istituto di Scienze Polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp).
Anche il coordinamento ha la bandiera italiana. Il gruppo di ricerca è di 12 enti di ricerca di dieci Paesi europei. Il coordinatore è il professore all’Università Ca Foscari di Venezia e associato senior presso il Cnr-Isp Carlo Barbante. Per trovare questo ghiaccio così antico erano partite altre perforazioni da parte di Stati Uniti, Cina, Corea del Sud e Australia; ma i primi sono gli europei.
Il pezzo di ghiaccio – la carota in gergo – arriva dall’altopiano antartico, nel campo remoto di Little Dome C. Come si è arrivati a questo incredibile risultato?
La ricerca ha impegnato le squadre di ricercatori per 200 giorni. Purtroppo, in questo ambiente ostile per l’Uomo le ricerche si possono effettuare solo nelle estati artiche, un periodo breve dell’anno dove c’è la luce anche di notte. L’inverno antartico è impossibile per gli esseri umani, anche se dotati di tutta la tecnologia necessaria per resistere al freddo. Infatti, più si sale di quota e più fa freddo l’aria diventa più rarefratta e questo crea difficoltà di respirazione.
I ricercatori hanno lavorato a circa 3.200 metri di quota, con una temperatura più bassa di 35 gradi. Siamo in Antartide, così le temperature non sono mai troppo alte. Infatti, l’aumento della temperatura in queste zone sta destando preoccupazione nei ricercatori perché è un segnale del cambiamento climatico. Per procedere con le ricerche, il ghiaccio sarà trasportato verso la Germania, dove attraverserà l’Europa per approfondimenti sulla stratificazione. Qual è l’importanza di questa ricerca?
Il ghiaccio che è stato recuperato in questa missione scientifica sul clima permette la ricostruzione del periodo noto come Transizione del Medio-Pleistocene, tra 900mila e 1,2 milioni di anni fa. Gli scienziati contano di trovare in questo elemento informazioni sui cambiamenti climatici che hanno caratterizzato il rallentamento dei cicli glaciali, da intervalli di 41mila anni a 100mila. Secondo il coordinatore, questi cicli prolungati non sono correlati ai consueti periodi orbitali, ma a dinamiche climatiche ancora poco comprese, con uno dei più grandi misteri del clima terrestre.
Lo studio del ghiaccio più antico recuperato in Antartide permetterà di tracciare l’evoluzione della temperatura atmosferica e delle concentrazioni di gas serra. Infatti, i dati scientifici disponibili sul clima sono recenti, perché risalgono a quando è stato possibile fare una rilevazione con gli strumenti a disposizione. Gli scienziati possono ipotizzare il clima presente in un certo secolo in base alle annotazioni dell’epoca, ma non possono sapere i cambiamenti climatici avvenuti prima di una rilevazione chiara. In più, gli strumenti di un tempo non hanno la precisione di quelli di oggi. Sapere ora come si manifestano i cambiamenti climatici e come si evolvono è un aiuto reale per capire come funzionano i cambiamenti climatici e come affrontarli ora.
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