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Autostrade, scatta il limite di età: Salvini ha già firmato | Se ti trovano a guidarci ti tolgono tutti i soldi

Illustrazione di un'autostrada (Pexels)

Illustrazione di un'autostrada (Pexels FOTO) - www.energycue.it

Il Ministro ha già firmato, e sembra esserci un limite d’età da non superare. Se il limite si supera, la multa sarà salatissima.

I limiti di età per la guida sono stabiliti per garantire la sicurezza stradale, tenendo conto delle capacità fisiche e cognitive richieste per condurre un veicolo.

In Italia, l’età minima per ottenere la patente varia in base alla categoria: 14 anni per i ciclomotori (patentino AM), 16 anni per le moto leggere e 18 anni per la patente B, che consente la guida di automobili. Questi requisiti si basano su studi che correlano età, maturità e capacità di gestione dei rischi.

Per i conducenti più anziani, esistono regole specifiche che prevedono il rinnovo della patente a intervalli più brevi. Dopo i 50 anni, la validità della patente si riduce progressivamente: ogni 10 anni fino ai 70 anni, ogni 5 anni fino agli 80 e ogni 2 anni oltre questa soglia.

IL’introduzione di tecnologie avanzate nei veicoli, come sistemi di assistenza alla guida, potrebbe in futuro mitigare l’impatto del deterioramento fisico e cognitivo, consentendo una guida più sicura per le persone anziane.

Nuove regole per la sicurezza stradale

Il nuovo Codice della Strada, recentemente approvato sotto la guida del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, introduce importanti cambiamenti per la circolazione su autostrade e tangenziali. Questa riforma, attesa da anni, ha l’obiettivo di incrementare la sicurezza stradale, rispondendo alla necessità di contrastare l’alto numero di incidenti che si verificano ogni giorno in Italia. Tra le novità più rilevanti, spiccano norme che regolano l’accesso di motocicli e scooter di 125cc alle autostrade, con alcune condizioni precise per garantire un equilibrio tra accessibilità e sicurezza.

L’accesso è ora consentito a motociclisti maggiorenni, a patto che i mezzi abbiano una potenza minima di 6 kW, includendo anche modelli elettrici. Questa misura, già applicata in diversi paesi europei, è stata accolta positivamente dalla comunità dei motociclisti italiani, che da tempo ne chiedevano l’adozione. L’obiettivo della riforma è duplice: ampliare la mobilità dei giovani motociclisti e garantire che l’accesso alle infrastrutture avvenga in condizioni di massima sicurezza.

Illustrazione di un'autostrada (Depositphotos)
Illustrazione di un’autostrada (Depositphotos FOTO) – www.energycue.it

Un piccolo riconoscimento

Oltre a promuovere una mobilità più inclusiva, la riforma riconosce finalmente il ruolo crescente dei motociclisti nel panorama della mobilità italiana. Considerati per anni “utenti vulnerabili”, i motociclisti ottengono ora un importante riconoscimento come protagonisti di un comparto in continua espansione, con un costante aumento delle vendite. Questo passo rappresenta una vittoria significativa per il settore delle due ruote, che vede l’accesso alle autostrade come una conferma del suo ruolo strategico.

Parallelamente, il nuovo Codice della Strada introduce un inasprimento delle sanzioni per infrazioni gravi, tra cui la guida in stato di ebbrezza, l’uso del cellulare al volante e l’eccesso di velocità. Queste misure riflettono l’intento di migliorare la sicurezza complessiva delle strade italiane, affrontando comportamenti che rappresentano le principali cause di incidenti.