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“Lo fanno i pescatori del mare del nord”: Rimani al caldo anche se ci sono -20° fuori | Trucco utilissimo

Alcuni pescatori al tramonto (Pixabay)

Alcuni pescatori al tramonto (Pixabay FOTO) - www.energycue.it

Se ci sono temperature gelide ed estreme, ed hai freddo, esiste una soluzione! Puoi rimanere al caldo con un particolare trucco.

E’ un’antica professione, che tutt’ora esiste. I pescatori sono leggendari, e affrontano condizioni di mare particolarmente difficili, con temperature basse e acque turbolente, ma la loro attività è cruciale per l’economia locale e globale, poiché il Mare del Nord è ricco di risorse ittiche.

La pesca in queste acque ha tradizioni secolari e, sebbene le tecniche siano evolute con l’introduzione di moderne tecnologie, le sfide rimangono.

Le catture principali includono aringhe, merluzzi e gamberetti, tutti essenziali per il mercato internazionale.

I pescatori del Mare del Nord non solo svolgono un’importante funzione economica, ma si trovano anche al centro di un dibattito globale sul bilanciamento tra tradizione, innovazione e sostenibilità ambientale.

Vecchi esperimenti

Durante la Seconda Guerra Mondiale, il regime nazista condusse esperimenti sul congelamento umano nel campo di concentramento di Dachau, con l’obiettivo di determinare la sopravvivenza dei soggetti a basse temperature. I prigionieri venivano immersi in acqua gelata, causando una rapida riduzione della loro temperatura corporea. La maggior parte moriva quando la temperatura scendeva sotto i 28°C, e questi esperimenti cercavano di determinare metodi per rianimare i soggetti in tali condizioni.

I ricercatori nazisti, sotto la direzione del medico Sigmund Rascher, tentarono diverse modalità di rianimazione, tra cui bagni caldi e il “riscaldamento umano”. Nonostante i vari tentativi, i risultati furono spesso inconcludenti, e si concluse che un riscaldamento rapido, come quello tramite un bagno caldo, fosse più efficace rispetto ai metodi applicati.

Una persona mentre cammina tra i ghiacci (Pixabay)
Una persona mentre cammina tra i ghiacci (Pixabay FOTO) – www.energycue.it

Una particolare tecnica di riscaldamento

Nel tentativo di migliorare la rianimazione, i nazisti esplorarono la pratica del “riscaldamento umano”, un metodo ispirato alla tradizione di alcuni pescatori del Mare del Nord, dove un corpo semi-assiderato veniva riscaldato dal contatto fisico. Questa tecnica fu testata con prigionieri, in particolare donne, che dovevano abbracciare i corpi dei soggetti per riscaldarli. Gli esperimenti dimostrarono una parziale efficacia, ma i soggetti rianimati soffrivano di gravi danni fisici a lungo termine.

I risultati degli esperimenti furono variabili. Sebbene il riscaldamento fisico avesse qualche successo nel riportare i soggetti alla vita, i danni fisici, tra cui danni neurologici e circolatori, erano inevitabili. Le prigioniere furono costrette a riscaldare i corpi per molte ore, spesso a costo della loro stessa salute, mentre gli scienziati nazisti raccoglievano dati sulla reazione umana a condizioni estreme.