Vulcani, dormiva da 800 anni e si è svegliato: è uno dei più potenti al mondo | Evacuate le case e gli alberghi
Dopo un lungo periodo di quiescenza di quasi 1000 anni, negli ultimi anni non smette di eruttare e di dare spettacolo.
Un vulcano, nei periodi nei quali non erutta, si può trovare in uno stato conosciuto come quiescenza. E’ uno stato di apparente inattività in cui il vulcano non produce eruzioni esplosive o effusive, ma può comunque manifestare segni di attività secondaria.
Questo periodo può durare anni, secoli o persino millenni, senza che vi siano fenomeni visibili di vulcanismo primario, come colate di lava o esplosioni piroclastiche.
Durante la quiescenza, è comune osservare fenomeni di vulcanismo secondario, come fumarole, sorgenti termali e geyser.
Questi processi derivano dal calore residuo del magma presente nel sottosuolo, che riscalda l’acqua e i gas intrappolati nelle rocce circostanti.
Una spettacolare eruzione
Un vulcano situato nella penisola islandese di Reykjanes, a circa 30 km a sud-ovest di Reykjavik, la capitale dell’Islanda, ha iniziato la sua decima eruzione in tre anni. La frattura vulcanica, lunga circa 3 chilometri, sta emettendo un flusso di lava che ha raggiunto fino a 700-800 metri dalla strada Grindavíkurvegur. L’evento è stato segnalato dall’Ufficio Meteorologico islandese, che monitora regolarmente l’attività vulcanica nella regione.
Queste eruzioni sono di tipo fessurale, caratterizzate dall’assenza di esplosioni significative e da una limitata dispersione di cenere nella stratosfera. Di conseguenza, non hanno avuto impatti diretti sulla capitale Reykjavik e non hanno causato interruzioni al traffico aereo. Rappresentano, in un modo o nell’altro, una minaccia per le aree circostanti, come la cittadina di Grindavik, evacuata nel dicembre scorso a causa del rischio di colate laviche.
Il contesto geologico e vulcanico dell’islanda
Il sistema vulcanico di Reykjanes era rimasto dormiente per circa 800 anni, fino alla sua riattivazione nel 2021. Dal 2021 in poi le eruzioni sono diventate sempre più frequenti, con sei episodi registrati solo nel 2024. Gli scienziati prevedono che l’attività nella regione possa continuare per decenni o persino secoli, mantenendo un profilo costante ma non al livello catastrofico del vulcano Eyjafjallajokull, che nel 2010 causò il blocco di circa 100.000 voli a livello globale.
L’Islanda, situata sulla linea di faglia tra le placche tettoniche eurasiatica e nordamericana, è un territorio fortemente geologicamente attivo, ed è anche un importante “hot spot” vulcanico, come le Hawaii. Oltre ai vulcani, il paese ospita numerosi geyser, sorgenti termali e altre manifestazioni di vulcanismo secondario, rendendolo un laboratorio naturale unico per lo studio dei fenomeni tettonici e vulcanici.