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Poste Italiane, addio raccomandate e bollettini: non arrivano più lì | Ecco come dovrai ritirarle

Una cassetta postale (Pixabay)

Una cassetta postale (Pixabay FOTO) - www.energycue.it

Dobbiamo dire addio ai bollettini ed alle raccomandate. Non arriveranno più via posta, ma ritirarle con altre procedure.

Le raccomandate sono un servizio postale che garantisce la consegna sicura e tracciabile di documenti o oggetti. Utilizzate per comunicazioni ufficiali come notifiche legali, contratti o comunicazioni importanti, offrono una ricevuta di invio e, in caso di necessità, una prova di consegna firmata dal destinatario.

Oltre alle raccomandate abbiamo anche i bollettini postali, strumenti di pagamento largamente diffusi in Italia, utilizzati per saldare tasse, utenze o contributi verso enti pubblici o privati

Entrambi i servizi, gestiti principalmente da Poste Italiane, garantiscono affidabilità e un’ampia rete di accesso, ma sono stati progressivamente integrati da sistemi digitali, come le raccomandate online e i bollettini pagabili tramite app o home banking.

Nonostante l’innovazione, le raccomandate e i bollettini restano fondamentali per chi non ha dimestichezza con i servizi digitali o in situazioni che richiedono documentazione cartacea e tracciabilità fisica.

La possibile fine di questo servizio

Poste Italiane potrebbe presto interrompere i servizi di bollettini e raccomandate, simboli storici delle sue attività. Matteo Del Fante, amministratore delegato dell’azienda, ha dichiarato che il contratto di concessione per il servizio universale non sarà rinnovato oltre il 2026. La decisione, maturata negli ultimi mesi, riflette la crescente difficoltà economica di mantenere un servizio considerato ormai poco sostenibile.

Alla base di questa scelta vi è una riduzione significativa dell’importanza del servizio universale nell’attività complessiva dell’azienda, oggi scesa sotto il 10% e in calo verso il 5%. Per Poste Italiane, i costi superano i benefici, portando a una conclusione: rinunciare al ruolo di fornitore universale. La transizione richiederà agli utenti di adottare alternative che potrebbero essere offerte dallo Stato o dal mercato.

Illustrazione di una lettera (Pixabay)
Illustrazione di una lettera che sta venendo aperta (Pixabay FOTO) – www.energycue.it

I motivi economici (e non solo!)

Dal punto di vista finanziario, Poste Italiane evidenzia un andamento ambivalente. Nonostante il 2023 abbia registrato ricavi di 12 miliardi di euro (+2% rispetto al 2017) e un utile netto di 1,9 miliardi (+19%), il settore della corrispondenza mostra un declino significativo. Parallelamente, crescono i settori dei servizi finanziari, assicurativi e dei pagamenti, che rappresentano ormai il cuore delle attività aziendali.

Del Fante ha spiegato che Poste è “un’azienda di mercato” e non può continuare a operare in perdita nel segmento del servizio universale. Tuttavia, sul fronte della privatizzazione, l’AD non si è espresso, sottolineando che tale decisione non rientra nelle competenze aziendali, ma è prerogativa del governo e degli azionisti. I numeri parlano chiaro, presto potremmo perdere per sempre questi servizi.